“L’80% dei contagi è dovuto agli asintomatici”
“Tracciare i contatti e individuare le infezioni nascoste sono le altre priorità”
Prima del 23 gennaio si stima che le infezioni non documentate fossero l’86%.
E a causa di questo numero, le infezioni non tracciate sono state la causa del 79% dei casi documentati
Aquasi
un mese dalla diffusione della nuova Sars in Italia, un dato è chiaro. L’unica terapia possibile oggi è il contenimento del contagio. Altre soluzioni, tamponi compresi, non si vedono. Tracciare i contatti e individuare gli asintomatici. Queste sono le priorità ribadite dal Gruppo di consulenza strategica per i rischi infettivi dell’Oms. Un quadro che poco si accosta alle immagini di una metropolitana milanese ancora piena di persone.
E che il contenimento sia l’unico obiettivo possibile lo dimostra uno studio pubblicato ieri sulla rivista scientifica Science. Nove pagine e una drammatica conclusione: in Cina quasi l’80% dei contagi accertati è stato provocato da persone asintomatiche. I dati sono stati rilevati sui numeri della prima epidemia cinese e in particolare durante le prime settimane di gennaio quando il virus circolava liberamente. “Prima del 23 gennaio – si legge nel report – si stima che le infezioni non documentate fossero l’86%. E a causa di questo numero, le infezioni non tracciate sono stata la causa del 79% dei casi documentati. Questi risultati spiegano la rapida diffusione geografica della SarsCov2 e indicano che il contenimento di questo virus è impegnativo”. Per questo la Cina continua a vivere reclusa. Scrivono i ricercatori: “La percentuale di casi non documentati ma infettivi è una caratteristica epidemiologica critica che modula il potenziale pandemico di un virus respiratorio emergente” perché “infezioni non documentate sono spesso lievi, limitate e quindi passano inosservate”. Anche per questo più che i tamponi andrebbero ricostruiti i contatti di una persona infetta e subito messi in quarantena.
Il modello matematico usato dai ricercatori tiene dentro i movimenti di 375 città cinesi tra il 10 e il 23 gennaio. Qui emerge che solo il 14% delle infezioni è stato segnalato. Ancora le misure di contenimento non erano state inasprite. Di contro si ha un 86% di infezioni non rilevate. In totale i contagi sono arrivati a 13.118. Se il contenimento e la traccia dei contatti fossero partiti subito “la trasmissione da casi non documentati si sarebbe abbassata del 66 %” nella città di Wuhan. Questa pare l’unica direzione per abbassare il tasso di contagio e cioè l’ormai famoso R0 da 2,5- 3 a 1, come avviene nell’influenza. Il modello matematico è stato applicato anche al periodo successivo al 23 gennaio quando sono partite le restrizioni in Cina. “Qui si è ridotto il ritardo nella segnalazioni del contagio da 10 a 6 giorni ed è scesa la velocità di trasmissione” sotto la soglia di un R0 1. Da questo emergono due elementi. Il primo: “La forza dell’infezione è passata attraverso casi non documentati”. Secondo: “I controlli intensificati hanno ridotto i casi” fantasma. Una diminuzione che a sua volta ha “ridotto il numero totale di casi documentati e la diffusione complessiva di SarsCov2”. Lo studio di Science giunge così alle stesse conclusioni di diversi ricercatori italiani. Ovvero: “Un aumento radicale delle identificazioni delle infezioni non documentate sarebbe necessario per controllare completamente SarsCov2”. E a ciò si arriva con una chiara politica di contenimento.