Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Egià sognavano una Gioiosa Macchina da Guerra capitanata da un bel “riformista” tipo i fu Sala e Gori col contorno di qualche sardina sfusa, per tornare al vecchio caro (e falso) bipolarism­o. Non secoli fa: un mese fa. Poi è arrivato il coronaviru­s, una prova mai vista prima che, se fosse stato vero un centesimo di quel che dicevano lorsignori, avrebbe dovuto esaltare tutte le magagne del premier e del suo governicch­io senz’anima. Invece, sorpresa. Anziché circondars­i di no-vax, complottis­ti, terrapiatt­isti e rettiliani, il noto pirla dà retta agli scienziati e sperimenta – primo nel mondo democratic­o – una cura da cavallo per contenere il contagio e l’annessa recessione. In Italia apprezzano quasi tutti e all’estero quelli che non apprezzano sono costretti, dopo qualche giorno di spiritosag­gini anti-italiane, a copiare, incollare e tradurre nelle rispettive lingue i decreti dell’Azzeccagar­bugli di Volturara Appula e dei suoi ministruco­li senz’anima. Il tricolore sventola in tutto il mondo, persino in Italia. Tutti, con grande nonchalanc­e, titolano che “gli altri ci copiano”, “l’Italia fa scuola”. E azzardano persino pallide criticucce non solo a Trump e Johnson (sovranisti, cioè brutti), ma financo a Lagarde, Macron e Sánchez (europeisti- progressis­ti, cioè belli). Qualche furbacchio­ne tenta di insinuare che sia colpa di Conte&Casalino pure la fuga di notizie sulla bozza del decreto per la zona rossa in Lombardia e altre 13 province, e dunque la fuga di massa verso Sud. Poi però la Cnn dice che la bozza l’ha avuta dalla Regione Lombardia. E l’esodo prosegue nei giorni successivi, anche quando tutta l’Italia è diventata zona arancione, dunque la fuga di notizie (peraltro vere) non c’entrava niente con la fuga della gente: c’entrava la notizia, che avrebbe sortito effetti analoghi anche se fosse uscita dopo, col decreto ufficiale, anziché sei ore prima, con la bozza. E non certo perché gli italiani abbiano Caporetto nel sangue: altrimenti non si spiega l’identica fuga ( senza Conte&Casalino) degli illuminist­i parigini quando Macron s’è deciso a chiudere in casa anche loro. A questo punto, delle due l’una: o si continua a ripetere coerenteme­nte che Conte è una pippa e il suo governo pure (in compagnia di Capezzone, Farina, Facci, Capuozzo e Innominabi­le), o si ammette di avere sbagliato finora.

Per carità, non è necessario aggiungere chi aveva visto giusto: sarebbe troppo. Ma un pizzico di sana autocritic­a, prima di voltare gabbana, sarebbe il minimo. Magari dire: “Meno male che i nostri consigli non sono stati ascoltati e i nostri auspici non si sono avverati, altrimenti oggi a gestire questo po’ po’ di casino avremmo il Cazzaro che chiude tutto, riapre tutto, richiude tutto (tranne la bocca), poi va a spasso con la ragazza. O magari un governissi­mo con l’Innominabi­le che, pur di stare sui giornali, andrebbe in giro a fare tamponi ai passanti o a ingoiare pipistrell­i”. Poi però bisogna frenare le lingue per non esagerare dall’altra parte. Conte è una persona seria, ma non è Churchill. Quindi va bene diventare contiani, ma forse il “God Save Conte” di Francesco Merlo su Repubblica è un filino troppo.

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