Dalla Prima
Egià sognavano una Gioiosa Macchina da Guerra capitanata da un bel “riformista” tipo i fu Sala e Gori col contorno di qualche sardina sfusa, per tornare al vecchio caro (e falso) bipolarismo. Non secoli fa: un mese fa. Poi è arrivato il coronavirus, una prova mai vista prima che, se fosse stato vero un centesimo di quel che dicevano lorsignori, avrebbe dovuto esaltare tutte le magagne del premier e del suo governicchio senz’anima. Invece, sorpresa. Anziché circondarsi di no-vax, complottisti, terrapiattisti e rettiliani, il noto pirla dà retta agli scienziati e sperimenta – primo nel mondo democratico – una cura da cavallo per contenere il contagio e l’annessa recessione. In Italia apprezzano quasi tutti e all’estero quelli che non apprezzano sono costretti, dopo qualche giorno di spiritosaggini anti-italiane, a copiare, incollare e tradurre nelle rispettive lingue i decreti dell’Azzeccagarbugli di Volturara Appula e dei suoi ministrucoli senz’anima. Il tricolore sventola in tutto il mondo, persino in Italia. Tutti, con grande nonchalance, titolano che “gli altri ci copiano”, “l’Italia fa scuola”. E azzardano persino pallide criticucce non solo a Trump e Johnson (sovranisti, cioè brutti), ma financo a Lagarde, Macron e Sánchez (europeisti- progressisti, cioè belli). Qualche furbacchione tenta di insinuare che sia colpa di Conte&Casalino pure la fuga di notizie sulla bozza del decreto per la zona rossa in Lombardia e altre 13 province, e dunque la fuga di massa verso Sud. Poi però la Cnn dice che la bozza l’ha avuta dalla Regione Lombardia. E l’esodo prosegue nei giorni successivi, anche quando tutta l’Italia è diventata zona arancione, dunque la fuga di notizie (peraltro vere) non c’entrava niente con la fuga della gente: c’entrava la notizia, che avrebbe sortito effetti analoghi anche se fosse uscita dopo, col decreto ufficiale, anziché sei ore prima, con la bozza. E non certo perché gli italiani abbiano Caporetto nel sangue: altrimenti non si spiega l’identica fuga ( senza Conte&Casalino) degli illuministi parigini quando Macron s’è deciso a chiudere in casa anche loro. A questo punto, delle due l’una: o si continua a ripetere coerentemente che Conte è una pippa e il suo governo pure (in compagnia di Capezzone, Farina, Facci, Capuozzo e Innominabile), o si ammette di avere sbagliato finora.
Per carità, non è necessario aggiungere chi aveva visto giusto: sarebbe troppo. Ma un pizzico di sana autocritica, prima di voltare gabbana, sarebbe il minimo. Magari dire: “Meno male che i nostri consigli non sono stati ascoltati e i nostri auspici non si sono avverati, altrimenti oggi a gestire questo po’ po’ di casino avremmo il Cazzaro che chiude tutto, riapre tutto, richiude tutto (tranne la bocca), poi va a spasso con la ragazza. O magari un governissimo con l’Innominabile che, pur di stare sui giornali, andrebbe in giro a fare tamponi ai passanti o a ingoiare pipistrelli”. Poi però bisogna frenare le lingue per non esagerare dall’altra parte. Conte è una persona seria, ma non è Churchill. Quindi va bene diventare contiani, ma forse il “God Save Conte” di Francesco Merlo su Repubblica è un filino troppo.