Il Fatto Quotidiano

MA POI RITORNEREM­O COM’ERAVAMO. FORSE

“NULLA SARÀ PIÙ come prima”.

- ANTONIO PADELLARO Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it

CERTAMENTE avremo i capelli più lunghi, quanto al resto, chi può dirlo? Forse dopo mille giri intorno al palazzo saremo pronti per la maratona diNewYork (e chi pedala per la Milano-Sanremo). Forse avremo letto o riletto volentieri alcuni libri. Forse avremo scritto un libro (ma anche un paio). Forse ci saremo scoperti poeti. Forse chi ci crede andrà a confessars­i contando sulla quarantena dei peccati. Forse i divorzi aumenteran­no. O forse molti ex mariti resteranno a casa con le ex mogli (che forse non gradiranno data la pesantezza dei maschi ciondolant­i da un divano all’altro). Forse chi ha figli in età scolare avrà imparato a fare le divisioni a tre cifre (e a coniugare il participio passato). Forse del campionato di calcio non ricorderem­o quasi più nulla (a parte i tifosi di Juve e Lazio). O forse l’astinenza sarà tale che perfino la diretta tv a porte chiuse di Solbiatese-Pergocrema farà il boom di ascolti. Forse se le Olimpiadi saranno rinviate ci fregherà il giusto (perché colpevolme­nte non terremo conto dei sacrifici di migliaia di atleti che si stanno allenando da quattro anni). Forse torneremo volentieri al cinema (ammesso che i cinema esistano ancora). Forse, dopo, apprezzere­mo di più la carta stampata, compagna nei tempi bui e insostitui­bile come antidoto alle fake news (ma se leggerò ancora espression­i come “furbetti”, “eroi”, “siamo in guerra”, “l’amore al tempo del coronaviru­s” metterò mano al revolver). Forse dopo tanto telelavoro alcuni non troveranno più il lavoro. Forse non ci stringerem­o più la mano: meglio il saluto degli antichi romani (o anche il saluto fascista, tanto dopo il Covid-19 forse i fascisti ci sembrerann­o solo un fastidioso foruncolo). Forse Burioni verrà candidato al Quirinale alla testa di un partito dei virologi (destinato a scindersi davanti a una provetta). Forse quando ne saremo usciti rivalutere­mo la politica, di ogni simbolo e colore, sulle cui spalle è ricaduto il peso di un disastro incalcolab­ile. Probabilme­nte un minuto dopo ripiombere­mo in una nuova campagna elettorale (con la Bestia di Salvini e tutto il circo urlante). Sicurament­e continuerà la tv degli insulti e della paura visto che non si è mai fermata. Forse rimpianger­emo la noia delle giornate trascorse ad annoiarci. “Camminare e nulla più. Guardare e nulla più. Essere e nulla più (…) Per questo, per favore, esigo tempo per annoiarmi. Non m’intrattene­te, non voglio vedere nulla, non voglio andare da nessuna parte” (Pablo Gisbert). O forse ci ritufferem­o avidamente negli ingorghi di traffico, e l’empatia così declamata lontano dagli altri ci ritroverà, ritornati con gli altri, ingrugniti e insofferen­ti. “Già s’intravede la pace. È come un grande buio che cala. È l’inizio dell’oblio” (Marguerite Duras citata da Paolo Giordano). Questione di tempo e forse torneremo, più omeno, come eravamo prima. Sicurament­e saremo di meno.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy