Ciao Gianni, eri l’unico a ricordarsi di Schifilliti
Gianni Mura me lo ricordo negli anni 90. Quando veniva a Torino, nella redazione di Repubblica in via Cesare Battisti ( sopra il negozio- appartamento del mago dell’abbigliamento made in England, Jack Emerson, dove si vestiva persino l’Avvocato che poi andava a comprare i libri alla Luxemburg di Angelo Pezzana) per le partite della Juve. Allora, il campionato si giocava e si guardava (e si ascoltava) ancora tutti di domenica, non ancora schiavo dei diritti tv. Da poco, Eugenio Scalfari aveva aperto il numero del lunedì, a lungo buco nero del transatlantico di piazza Indipendenza a Roma. Lui arrivava, timido, e solo all’apparenza ingrugnito, si metteva scrivere e poi si concedeva l’ennesima sigaretta (Salgari, voto 10, avrebbe messo tra parentesi, facendo cattivi pensieri). Dopo cominciava il gioco. Tutti con una penna e un pezzo di carta: bisognava mettere assieme l’elenco dei calciatori con il cognome che cominciava con la stessa lettera. Quando toccava alla S, era l’unico a ricordarsi di un tale Schifilliti, che aveva giocato due partite in Serie A e segnato due gol con la maglia del Catania. Vinceva sempre lui in quel gioco. Quando gli toccava di scrivere i necrologi del calcio, spesso finiva così: ti sia lieve la terra. ETTORE BOFFANO, CONDIRETTORE DEL FATTO QUOTIDIANO
L’azienda Polini Motori: “Siamo chiusi dall’11 marzo”
Gentile Direttore, la presente per esprimere il totale disappunto della Po lini MotoriSpa perla pubblicazione dell’articolo “Corona virus, allarme nella Bergamasca già a febbraio. Ma Confindustria pubblicava il video: Bergamo is runni ng ”, in cui è stata utilizzata un’immagine (con logo ben in evidenza), dell’Azienda. Innanzitutto la Polini Motori Spa non aderisce a Confindustria, ma soprattutto la scelta dell’Azienda – per tutelare la salute dei propri dipendenti e delle loro famiglie – è stata quella della chiusura totale l’11 marzo 2020. Inoltre, nella versione online dell’articolo, la didascalia “la mascherina di cui pubblichiamo la foto in pagina è quella di un operaio che la indossa da 15 giorni”, sembra riferirsi all’unica immagine pubblicata, ovvero quella con logo Polini Motori. Tutto ciò lede fortemente la reputazione di un’azienda che da oltre 75 anni è parte integrante del tessuto economico e sociale del territorio bergamasco e che sta vivendo insieme alla propria comunità un dramma senza precedenti. Per questo, chiediamo la rimozione immediata dell’immagine dall’articolo online e una rettifica riguardo quanto pubblicato. Sarà poi discrezione dell’Azienda il procedere per vie legali. DALILA AGRATI UFFICIO STAMPA POLINI MOTORI
Nell’articolo non si fa mai menzione della vostra azienda e la pubblicazione della foto non aveva alcun intento diffamatorio nei vostri confronti, come desumibile dal tono dello stesso. Ci scusiamo dell’equivoco, certamente non voluto, e, oltre a rimuovere l’immagine dall’online, diamo volentieri atto con la pubblicazione della vostra lettera della buona fede della Polini Motori. SALVATORE CANNAVÒ
Ai fanatici dello sport dico: meglio grassi che untori
Gentile Direttore, mentre sto chiuso in casa, affacciandomi dal balcone vedo ancora tanta gente che gira a zonzo senza apparente necessità oppure che corre avanti e indietro in tuta in grande leggerezza. Probabilmente hanno percepito che questa malattia colpisce sono quelli molto anziani e malati e di conseguenza si sentono tranquilli. Io però, vorrei trovare delle misure più convincenti per fare in modo che si stia tutti a casa e pensavo che una direttiva che potrebbe funzionare potrebbe essere quella di far firmare a tutti i “furboni” dello jogging e della “spesa a pezzo unico” una liberatoria nella quale si dichiara che qualora dovessero averne bisogno non usufruiranno delle strutture ospedaliere e non potranno attingere a un sostegno economico da parte dello Stato. Anche io vorrei uscire a fare sport, ma “faccio la mia parte” come mi è stato chiesto a discapito del rapporto “massa magra/ massa g r as s a ”. Se decidessimo tutti di comportarci così questa estate saremo tutti più grassi, ma potremo andare al mare. MICHELE MEACCI
Mio nonno è morto da solo: il Covid ci priva dell’umanità
Oggi sono uscito, non sono restato a casa. Il motivo è che mio nonno è venuto a mancare ieri. Il Covid-19, però, non c’entra nulla. Nonno se n’è andato per altre patologie dopo ben 89 anni. Però adesso che ci penso il Covid-19 il suo l’ha fatto e un po’ di colpe le ha. Non abbiamo celebrato funerali in chiesa, solo i parenti stretti a ricordarlo in cimitero, ognuno a distanza, zero contatti fisici, zero strette di mano, zero baci o abbracci di condoglianza. Non abbiamo potuto salutarlo per l’ultima volta. Il coronavirus è riuscito a togliere anche quel briciolo di umanità che ci rimaneva. Sono stanco di stare chiuso in casa, stanco di sentir parlare di quarantena. Tutti penso lo siamo, però allo stesso tempo so che rimanere a casa è la cosa più giusta da fare. Immaginate che un vostro parente sia ricoverato e non riusciate a vederlo, né sentirlo per giorni, fino a quando un medico vi chiama al telefono e vi dice che è deceduto. Mio nonno non l’ho visto prima che se ne andasse, ma so per certo che se n’è andato sorridendo, come ha sempre fatto. Ciao nonno. ANDREA BOCCHINI