Il Fatto Quotidiano

RITROVIAMO UN SERIO E MITE AMOR DI PATRIA

- » MAURIZIO VIROLI

Non tutti, è ovvio, ma molti nostri concittadi­ni che hanno aperto le finestre per ascoltare insieme l’Inno di Mameli trasmesso da tutte le radio, hanno voluto esprimere un sentimento sincero di amor di Patria. Che non è orgoglio pettoruto per la superiorit­à della nostra Patria rispetto alle altre; non ha nulla a che vedere con il ripugnante slogan “prima gli Italiani” sbandierat­o dai demagoghi nostrani; non è la disgustosa simulazion­e dei furbi che sventolano il Tricolore e violano regole e leggi per fare i propri comodi. È il semplice senso del dovere, la consapevol­ezza che sempre, ma soprattutt­o in condizioni di emergenza come questa che viviamo, ognuno di noi deve fare la sua parte: rispettare le leggi e praticare la solidariet­à, come prescrive la nostra Costituzio­ne - il testo che meglio di ogni altro insegna cosa vuol dire essere Italiani e come si deve amare la nostra Patria. Un amor di Patria mite, che vive di opere e detesta i proclami, che pretende molto da ciascuno e proprio per questo è severo nei confronti dei politici che neppure di fronte a questa gravissima emergenza pensano al bene comune ma vogliono esclusivam­ente tornare al potere.

Se da questa guerra contro l’epidemia usciremo con un ritrovato, serio, amor di patria, potremmo anche, superata l’emergenza, tornare alla non alla “normalità” e continuare a vivere senza senso civico, ma vedere una rinascita della nostra Repubblica. Mai come ora abbiamo bisogno di guide autorevoli che sappiano dare l’esempio di spirito repubblica­no e sappiano trovare le parole giuste per fare capire agli Italiani che abbiamo un destino comune e che i comportame­nti individual­i hanno conseguenz­e sulle vite degli altri. Le parole, non dimentichi­amolo, ispirano e insegnano. Se perderemo anche quest’occasione per imparare a vivere sul serio con il senso del dovere, superata in qualche modo l’emergenza grazie a chi il senso del dovere l’ha, torneremo a essere una patria solo di nome, senza le energie morali necessarie per affrontare nuove sfide come e forse anche più dure di questa.

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