Il Fatto Quotidiano

“Mi davano dell’esagerata perché seguivo le regole di Roma, poi si sono adeguati”

- LUANA DE MICCO

“Quando Macron ha annunciato la chiusura delle scuole, ho avuto un senso di sollievo. Mi sono detto ‘ci siamo’. Sapevo che il blocco totale era vicino. Era tempo”. Raffaele, di Roma, lavora da tanti anni come animatore socio educativo vicino a Grenoble. Come tanti italiani che vivono in Francia aveva passato giorni di grande ansia: il figlio di 11 anni continuava ad andare a scuola quando in Italia i bambini già studiavano da casa. “Sentivo la preoccupaz­ione crescere in Italia. Mi chiedevo: perché qui non chiudono tutto? In un’Europa migliore – dice al telefono – ogni Paese non sarebbe considerat­o come uno Stato a sé stante, ma come una regione di un’entità geografica unica. Se fosse così, quando l'Italia ha cominciato a essere in difficoltà, si sarebbe potuto mettere subito a punto una politica di intervento comune”. Romina, umbra, che vive a Parigi e insegna l’italiano in una scuola media, ha iniziato molto presto a seguire le regole “italiane” di buon senso. Ha anche cercato di allertare le persone intorno a sé: “Mi prendevano per esagerata”. Su internet ha acquistato delle mascherine e ne indossava sempre una per andare a lavoro nei metrò affollati. Ha anche preparato in anticipo le fotocopie delle lezioni da consegnare ai suoi studenti in vista della chiusura delle scuole, quando ancora il governo francese non prevedeva la chiusura generale degli istituti: “Era assurdo stare in classe coi ragazzi. Non mi sentivo al sicuro. Il governo francese non diceva la verità”. Sua figlia di 9 anni, terza elementare, ha vissuto un brutto episodio a scuola, rientrando da una breve vacanza a Roma, a febbraio: “I compagni di classe le hanno detto: ci porti il virus, devi startene a casa. Era successa la stessa cosa con dei compagni cinesi poco tempo prima”. Ora che anche in Francia è scattato il lockdown , anche Stefania si sente più tranquilla: “Adesso sta alle persone essere responsabi­li. Ma capisco che qui ci sia una certa difficoltà a rispettare le istruzioni. Le persone non sono state informate a tempo. Tutti facevano come se niente fosse e poi di punto in bianco è stato detto loro che siamo in guerra”. Stefania, di Roma, vive a Gournay–sur–Marne, nella regione di Parigi. Esce solo per la spesa, ma nei negozi la distanza di sicurezza non è ancora rispettata: “Solo a casa mi sento al sicuro. Ma se mi ammalassi preferirei essere in Italia, anche con gli ospedali saturi e la situazione così grave. Almeno è casa mia, la mia famiglia è lì”.

Era assurdo stare in classe con i ragazzi Non mi sentivo al sicuro Il governo francese non diceva la verità

PROF. ROMINA

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Il presidente Francese, Emanuel Macron, ha dato disposizio­ni per l’emergenza virus
Ansa Qui Parigi Il presidente Francese, Emanuel Macron, ha dato disposizio­ni per l’emergenza virus

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