“Il datore di lavoro non mi fa mettere la mascherina, qui siamo terrorizzati”
italiani nel Regno Unito sono consapevoli dei rischi, spaventati dall’incoscienza dei vicini britannici, atterriti dalla strategia del governo Johnson. Valentina C, farmacista in Yorkshire, denuncia l’inconsapevolezza degli inglesi: “Ieri in negozio una cliente anziana con storia di dipendenza da droga ha abbracciato le amiche, poi ha ammesso di avere tutti i sintomi. Io ho la mia mascherina ma al lavoro mi impediscono di metterla. Il medico di famiglia dice che tanto è solo un’influenza”. La pensa cosi anche ValeriaMa Cardiff: “Non ho nessuna fiducia nel governo. Le direttive non sono chiare, l’ignoranza è diffusa e questo mix fa si che la gente pensi allo stipendio prima che alla salute”. Gli italiani hanno tentato di avvertire gli inglesi per settimane, inascoltati. Alessio Ricco, manager a Londra: “Da tempo ho comprato la mascherina, preso precauzioni… gli amici inglesi mi hanno chiamato Cassandra. La gente nel mio quartiere sembra incurante del pericolo, Londra è una macchina del tempo, mi mostra Milano settimane fa”.
La sfiducia nei confronti del governo britannico è un tema dominante. Ce la confermano in molti. Come Imma Luciani, che ci scrive da Swansea: “Tengo a casa i bambini da 10 giorni. Abbiamo paura del contagio e di non venire tutelati, anche se la chiusura delle scuole da un po’ di serenità”. Caterina De Mattia, che vive a sud di Londra, è ancora più critica: “Il discorso di Johnson sull’immunità di gregge ci ha terrorizzato e abbiamo capito che siamo lasciati a noi stessi”. Particolarmente colpiti i lavoratori temporanei come Andrea Massi, cameriere in un ristorante italiano a Londra: “Sono tornato da poco dall’Italia e il manager mi ha messo in isolamento. Ma se non posso lavorare non pago l’affitto. Sto cercando posto su uno dei pochi voli rimasti per l’Italia”.
Cresce l’ansia per le carenze del sistema sanitario britannico, già in affanno. Giuseppe Ciccomascolo, giornalista, ha tutti i sintomi ma, a sette giorni dalla prima di molte chiamate al numero di emergenza, non ha ricevuto il tampone.
È una preoccupazione giustificata, secondo le nostre fonti in NHS. Come C.C, chirurgo a Londra: “Già riutilizziamo equipaggiamento monouso, non abbiamo mascherine. Dalla prossima settimana tutti gli interventi non di emergenza sono sospesi per velocizzare il training dello staff. Ma la mancanza di test sta stressando tanti colleghi in prima linea. Aspettiamo lo tsunami e non abbiamo i mezzi per gestirlo”.
Mi sento insicura per come è stata gestita la situazione qui. È incredibile che ogni Land prenda le decisioni in autonomia OTTAVIA,
47 ANNI