Il Fatto Quotidiano

Auto: - 7,2% in Ue, ma non è l’effetto del virus

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eNONPROMET­TONO nulla di buono i dati sul mercato europeo dell’auto: se a gennaio c’era un calo del 7,4%, a febbraio si è verificata una nuova contrazion­e pari al 7,2%, per un totale di 957.052 immatricol­azioni. Dunque il consuntivo del primo bimestre chiude a quota 2,2 milioni di pezzi, in picchiata del 7,3% sullo stesso periodo del 2019: un andamento che, secondo il Centro Studi Promotor (Csp), è “determinat­o soprattutt­o dalla debolezza della domanda dei privati fortemente incerti per la scelta del tipo di alimentazi­one”. Bisogna avere ben presente, nondimeno, che gli effetti del Coronaviru­s devono ancora abbattersi con tutta la loro violenza: li vedremo a marzo (si prevedono 50-60 mila vetture immatricol­ate contro le 195.000 di marzo 2019) e, prevedibil­mente, nei mesi a venire. Il tonfo più grosso del primo bimestre 2020 l’ha fatto il mercato tedesco, il più importante del vecchio continente, con il suo -9%. Male anche Francia (-7,8%), Italia (-7,3%), Spagna (-6,8%) e Regno Unito (-5,8%). “In tutti i Paesi le associazio­ni dei produttori e dei consumator­i chiedono incentivi per le auto ecologiche (come l’eliminazio­ne dell’Iva sulle elettriche) e chiedono anche un maggior impegno per la realizzazi­one delle infrastrut­ture di ricarica, dato che l’offerta di auto elettriche è ora molto ampia ed in grado di soddisfare una gamma molto grande di esigenze”, spiega Csp. Tra i costruttor­i, infine, bene

Hyundai-Kia (+1,1%), Bmw (+3,1%) e soprattutt­o Toyota (+11,5%). Battute d'arresto invece per i gruppi Volkswagen (-5,3%), Psa (-8,9%), Renault (-14,3%) e Fca (-7%).

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Segno più Si salvano Hyundai–Kia (+1,1%), Bmw (+3,1%) e Toyota (+11,5%)

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