Banche europee deboli: l’economia rischia il collasso da Coronavirus
Le previsioni sulla crescita del Pil globale variano tra l’1 e il 2%: una contrazione mai sperimentata in tempo di pace
La consapevolezza che la pandemia di Covid-19 avrà effetti rovinosi sia sull’economia mondiale che sulle attività finanziarie ha penetrato in modo dirompente anche le menti più scettiche. Le ultime previsioni di banche e agenzie di rating sulla crescita del Pil globale variano tra l’1 e il 2 per cento. La contrazione delle attività economiche nei paesi sviluppati (e ovviamente in Cina) nella prima metà del 2020 sarà di un ordine di grandezza mai sperimentato in tempo di pace.
TERREMOTI e disastri naturali generalmente hanno durata breve e localizzazione circoscritta. Di questo shock economico non possiamo ipotizzare né la durata, né le aree colpite, né la portata futura. In tali frangenti reggerà l’architettura finanziaria internazionale? La crisi del 2008-09 ne aveva divelto le strutture portanti con rapidità sconvolgente. Architravi ritenute assolutamente solide come il mercato monetario o quello dei mutui avevano ceduto di schianto. Le obbligazioni tripla A erano diventate nottetempo spazzatura. Da allora alcune delle piaghe più purulente sono state in buona parte cauterizzate. Ad esempio lo shadow banking, che aveva creato i titoli tossici, ha subìto una drastica decurtazione. Le transazioni dei derivati esotici si svolgono in central clearing houses cioè mercati meglio organizzati, trasparenti e resilienti. Il sistema bancario americano dopo ricapitalizzazioni, stress test, piani di emergenza e ristrutturazioni sembra in condizioni di poter reggere l’urto. Quello europeo invece è stato in convalescenza più a lungo e la propaggine italiana è ancora gracile dopo 11 anni di tribolazioni. Il trasferimento della vigilanza sulle grandi banche alla Bce ha imposto maggiore disciplina (si spera), ma il nodo cruciale rimane irrisolto. In un’unione monetaria con un mercato dei capitali integrato un sistema bancario frammentato per comparti nazionali è un’aberrazione. Significa che quando un paese attraversa difficoltà le sue banche vanno in sofferenza e il credito si prosciuga. In sostanza il rischio paese viene esacerbato e si trasforma in rischio sistemico per tutta Eurolandia. Inoltre non è stato spezzato il meccanismo di contagio tra debito pubblico e banche, stolidamente imbottite di titoli di Stato, per cui un governo inetto trascinerebbe nel baratro tutta l’economia in poche settimane.
PURTROPPO ogni nuova crisi ha caratteristiche peculiari, mentre politici e regolatori adottano le strategie della guerra precedente. Questa volta le deflagrazioni possono arrivare dai paesi emergenti indebitati in dollari, oppure dai giacimenti di idrocarburi non convenzionali in America, oppure ancora dal fallimento di uno stato sovrano. Insomma nonostante 11 anni di terapia intensiva non tutti i governi e le istituzioni finanziarie sistemiche sono immuni dal rischio di ritrovarsi come i birilli del bowling dopo uno strike.