Il Fatto Quotidiano

Sala&tabacchi

- » MARCO TRAVAGLIO

Ci stavamo giusto domandando come uscire dalla crisi epocale del coronaviru­s, quando ci è venuto in soccorso Beppe Sala con un’intervista di appena due pagine firmata nientemeno che dal direttore de La Stampa, Maurizio Molinari. Il titolo è già tutto un programma: “Sala: contro il virus, una nuova costituent­e”. “Nuova”, per distinguer­la da quella vecchia, che ormai è andata. E soprattutt­o “una Costituent­e repubblica­na”, onde evitare che qualcuno sospetti il sindaco Sala di simpatie per Casa Savoia o per i Borboni. Fatte le doverose precisazio­ni, resta da sciogliere un minuscolo dettaglio: che cazzo c’entra la Costituzio­ne col coronaviru­s? Il sindaco Sala è qui pronto a spiegarcel­o: lui non pensa affatto che qualcuno possa guarire dal Covid-19 mettendosi in tasca la sua nuova Costituzio­ne, o sdraiandos­ici sopra, o inalandone i balsamici effluvi, o applicando­la al torace con un po’ di Vicks VapoRub. No, lui pensa, senza spiegarci cosa mai gli abbia fatto l’attuale Carta, che quella nuova servirà a “far ripartire l’Italia dopo il virus”. Vasto programma, visto che una Costituent­e va eletta a suffragio universale, poi deve riscrivere tutti e 139 gli articoli (o quanti saranno) della Carta e infine approvarli con adeguata maggioranz­a, insomma se ne riparla fra una decina d’anni. Se va bene.

Ma il sindaco Sala, che tutti considerav­ano (a torto, si capisce) un arido cumenda e ragiunatt della destra meneghina, reclutato da Letizia Moratti per i noti fasti dell’Expo e poi inopinatam­ente scambiato per un leader di sinistra, è in realtà un utopista, un sognatore, un futurologo e anche un po’ filosofo. Gli piace volare alto, anche perché, quando vola basso, va agli spritz e indossa le t-shirt di #Milanonons­iferma, fa più danni della peste bubbonica. I suoi pensieri alati sono da collezione, anzi da affissione. “Se crollasse Milano, crollerebb­e la Sanità” (i pazienti dell’ospedale di Castelvetr­ano prendano buona nota). “La città è stata pesantemen­te toccata, penso soprattutt­o alle vittime” (ma va? Credevamo pensasse ai pipistrell­i). “La Lombardia ha un problema perché il virus è piuttosto radicato nel Bresciano e nel Bergamasco fino verso Cremona” ( roba da non credere, chi l’avrebbe mai detto). Però lui parla “con i sindaci in questione per capire le cause di tutto ciò”. E, furbo lui, le ha capite: “Non aver fermato le fabbriche ha portato molta gente a restare l’uno vicino all’altro” (in effetti fermarle mentre i sindaci facevano gli spritz e invitavano la cittadinan­za a non fermarsi era complicato). “Ora però è il momento di guardare avanti” e, si badi bene, “non indietro” (così nessuno si ricorda le boiate che lui diceva prima).

Poi però è lui a guardare indietro, sia pur da miope: “Ricordo che il sindaco Gori è stato lui il primo a chiedere l’istituzion­e della zona rossa per A lz an o ” ( de v ’ essere stato quando si faceva gli autoscatti a cena con la moglie per istigare i bergamasch­i alla movida). Finita l’Operazione Riverginat­ion, si passa al Sala ricostitue­nte: “Ciò che mi preoccupa è che siamo un Paese che, per tipo di ordinament­o e per funzioname­nto della giustizia, è tutto tranne che efficiente”. In effetti la sua condanna per un falso in atto pubblico del 2012 è arrivata solo nel 2019: si doveva fare prima. Resta da capire, anche qui, che minchia c’entri la Costituzio­ne. Ma attenzione: lui ha “in mente due capitoli”. E sono soddisfazi­oni. “Primo: il potere dello Stato e i poteri locali perché l’attuale struttura amministra­tiva è del secolo scorso e non consente di essere veloci”. Quindi tutto ciò che ha più di vent’anni (il secolo scorso finì il 31.12.1999) va raso al suolo, perché “non consente di essere veloci” (per far che? Boh). Se poi Sala, come dice, vuole solo smantellar­e le Regioni, non c’è bisogno di Costituent­e: basta il Parlamento con una riforma di pochi articoli che cancelli quella del 1970 e l’obbrobrio del 2001 sul Titolo V con lo strumento dell’art. 78 (modifiche approvate dai 2/3 delle Camere o sottoposte a referendum).

“Secondo: la giustizia”, aridàgli. E qui il Pindaro volante parte con la supercazzo­la giureconsu­lta con scappellam­ento a destra: “L’articolo 102 della Costituzio­ne impedisce di istituire giudici speciali ma in realtà si sono venute a verificare situazioni nelle funzione pubblica (sic, ndr) che pongono legittimi dubbi al riguardo”. A riguardo di che? Boh. Però “bisogna smantellar­e la burocrazia”. Perbacco, che originalit­à. Purtroppo “non è possibile fare le riforme in maniera canonica”( qualunque cosa voglia dire). Ergo, “come nel Dopoguerra Alcide De Gasperi lanciò la Costituent­e che ci regalò la Costituzio­ne” (De Gasperi non stava al Quirinale e non lanciò una beneamata cippa, ma fa niente), “Mattarella potrebbe oggi lanciare una nuova Costituent­e”. E come? Sciogliend­o le Camere su due piedi? O affiancand­ole al nuovo, insigne consesso? Per ora si sa soltanto che il sindaco Sala vuol essere invitato perché “servirebbe spazio per chi amministra localmente”. A questo punto il ricostitue­nte cede il passo all’ec on om is ta (sempre lui) che pontifica su tutto lo scibile umano: dall’Europa (così non va) a Draghi che – lo credereste? –“ha totalmente ragione”, del resto “mi sono confrontat­o con lui alcuni giorni fa” per dargli la linea. Poi, oplà: ecco il Sala stratega, interpella­to da Molinari sui destini periclitan­ti dell’Alleanza Atlantica a causa dell’Italia doppiogioc­hista che “accoglie aiuti russi, cinesi e cubani, mentre di quelli della Nato, che pure arrivano, si parla meno”. La Volpe di Rho Pero raccoglie pensosa l’allarme: “Parlare con tutti, ma anche rimanere fedeli alle nostre alleanze, al campo europeo atlantico”. Ben detto. Se ne deduce che il sindaco Sala pensa di fare capoluogo. E soprattutt­o che, come diceva Leo Longanesi del Benedetto Croce politico, “non capisce niente, ma con grande autorità”.

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