IL POLITICO SUICIDA PER COVID
Il suicidio del ministro della Finanze d e ll ’ Assia, Thomas Schäfer, sconvolto dalla pandemia, ci fa riflettere sul peso delle respons abilità che gravano su chi si trova oggi costretto a governare una catastrofe senza precedenti. Ha detto il governatore della regione che Schäfer era “molto preoccupato per le gigantesche aspettative della popolazione e che queste preoccupazioni devono averlo schiacciato”. Nella felice stagione della democrazia la politica raramente ha goduto di buona fama perché, soprattutto per sua diretta responsabilità, ha dato di sé l'immagine di un mondo a parte, lontano come si dice dal “paese reale”. Una classe di bramini viziati dal potere, dediti più al perseguimento di smodate ambizioni, o all’arricchimento personale, che all’interesse generale. In una parola: la casta.
Ma adesso, sinceramente, c’è qualcuno che sano di mente può giudicare una fortuna o un privilegio essere seduti sulla poltrona di presidente del Consiglio, di ministro della Salute o dell’Economia, di governatore di una regione massacrata dal virus? Conosco poco il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, non ho votato per lui ma ogni volta che appare in tv il suo viso se pur coperto dalla mascherina mi sembra sempre più scavato dalla tensione. Emi interrogo sul peso schiacciante che lui, o Luca Zaia o Stefano Bonaccini o i sindaci di Bergamo e Brescia, stanno sopportando da un mese a questa parte. E che sopporteranno quando alla speriamo calante pandemia sanitaria si sommeranno quelle economica e sociale. Sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia ha scritto che le quotazioni di Giuseppe Conte “sono cresciute in una misura inimmaginabile prima dell’arrivo del Covid-19”. Ma che il premier “sarebbe stato il primo a preferire che ciò non accadesse”. Eh sì, gli è capitata davvero una felice opportunità.