Il Fatto Quotidiano

“Picciotti, assaltiamo supermarke­t e polizia”

■Al Sud, in diverse città, la situazione è drammatica Dietro alcuni audio circolati su WhatsApp, l’ombra della mafia. Clemente Mastella, sindaco di Benevento: “Fame e rabbia reali, qui è saltata l’economia del sommerso”

- LILLO

“Allora picciotti nuatri dobbiamo mettere in conto che se scenniamo giù ‘a galera ne facciamo. Chistu e poco ma è sicuro. Pecché se tutti dentro il supermerca­to di Zamparini (Conca D’oro, grande centro commercial­e di Palermo) e mettiamo le macchine a fare barriera vediamo se gli sbirri entrano da dentro. Possiamo rompere le corna pure al Signore”.

Questo audio, finora inedito, è circolato giovedì a Palermo nelle chat che programmav­ano l’assalto ai supermerca­ti. In dialetto un signore descrive il piano e mette in conto le conseguenz­e: la galera. Per fortuna c’era la Polizia ad aspettarli. Nulla è successo. Poi è arrivato il decreto Conte con i 400 milioni da spargere subito. Poco più di una pioggerell­a sul deserto.

La Polizia, dopo che altri audio simili sono stati trasmessi da Le Iene sul web e da In mezz’ora in tvdomenica, ha emesso un inedito comunicato su Facebook e Twitter che offre uno specchio dei tempi duri. La Polizia ricorda a tutti che l’incitament­o alla violenza, anche sui social, è un reato gravissimo.

A BENEVENTOi­l 25 marzo la signora Veronica, che campava grazie a un bar chiuso come tutti da settimane, registra un audio diretto al sindaco Clemente Mastella (ne farà altri) che circola nei social e poi su un sito locale. L’audio è sconvolgen­te: “Sindaco Mastella, stamattina ho raccolto 5 mila firme di persone senza stipendio fisso, mamme di figli che non sanno come mettere il piatto a tavola. Tu stai inguaiato. Se ti trovamm innanz ci magnamm pur’ a te. Le saracinesc­he non le abbiamo potute aprire. Aspettiamo il 3 aprile. Se non succede nulla, il 4 mattina con queste 5 mila persone abbiamo preparato i bastoni di ferro, andiamo a fare la spesa a modo nostro al Carrefour. Entriamo, prendiamo la spesa per i figli e ci ritiriamo. Quindi o scendi a patti con noi … perché queste famiglie si puzzano di fame”.

Mastella al Fatto racconta di essere scosso perché il video circola ancora: “Questa signora fomenta e la Polizia non riesce a bloccare il video virale”. In realtà la Polizia ha già identifica­to e denunciato la signora. Poi Mastella aggiunge: “Va detto che la situazione è terribile. La fame e la rabbia sono reali. Qui è saltata l’economia del sommerso, quella che io chiamo l’economia del vicolo. Io sto usando la ditta che serviva i pasti alle scuole per servire pasti alla popolazion­e. Con i soldi del comune, nonostante sia dissestato, ho dato 250 euro a testa a 400 famiglie. Con i soldi del Governo vorrei farli arrivare a 400 al mese. Mi piacerebbe arrivare a 700 famiglie. Con questi soldi al massimo arrivo a coprire due mesi, ma a Benevento sono migliaia quelli che hanno bisogno”.

LA SITUAZIONE più delicata è forse a Palermo. Alcuni temono ci sia la mano della mafia dietro i messaggi whatsapp. Il sindaco Leoluca Orlando spiega: “La cosa preoccupan­te sono questi audio virali che eccitano agli a s s e m b r amenti. È una cosa nuova. A Palermo siamo di fronte a una situazione da economia di guerra. Il nostro Banco Alimentare di solito serve 600 persone. Abbiamo richieste per 9 mila persone! Non solo ambulanti e commercian­ti in nero. Ci sono pure i proprietar­i di bed and breakfast, la piccola borghesia che non arriva a fine mese. La Questura dice che non ci sono quasi più reati. Bene ma quelli che vivono commettend­o reati come vanno avanti? Magari arruolano dei disperati che registrano i messaggi sui social. Se non arriva il medico, la gente va dallo stregone”.

Il Centro di Accoglienz­a Padre Nostro di Maurizio Artale è un termometro del territorio. “Abbiamo più del doppio delle famiglie da seguire nei quartieri dove abbiamo i nostri centri: Brancaccio, Falsomiele e Zen. Non solo ambulanti ma molti lavoratori edili in nero. Da 26 anni conosco questi tre quartieri e siamo in fase di vera emergenza”. Artale sta cercando di sopperire ai bisogni nuovi: “Per la prima volta devo pagare le bollette per evitare il distacco della luce alle famiglie. Ci aiuta il Rotary con 5 mila euro e la Fondazione Giovanni Paolo II di Firenze con 20 pacchi spesa fino a fine maggio. I bisognosi vedono questo impegno e questo controlla l’esasperazi­one. Qualcuno ha apprezzato invece gli incitament­i audio alla violenza andati in onda in tv e abbiamo avuto una discussion­e su questo”. La situazione più difficile allo Zen: “C’è stato l’episodio del rider derubato: gli hanno preso 80 euro e la spesa che portava. La ditta non consegna più aggravando l’isolamento del territorio”. Però Artale non vede la mano della mafia: “Non ci credo assolutame­nte. Questa è violenza che monta sul disagio. Dobbiamo dare risposte. Il decreto di Conte è importante ma bisogna spiegare che per far arrivare i buoni servono giorni”. Il sindaco Orlando spiega: “A Palermo spettano 5,2 milioni. Non daremo soldi ma beni alimentari attraverso un sistema elettronic­o sul telefo

Il video virale Mastella minacciato: “Sei nei guai. Scendi a patti con noi oppure ci mangiamo pure te”

LUIGI DE MAGISTRIS

Ce la mettiamo tutta, però anche usurai e camorra non stanno fermi. Dobbiamo sfamare noi le persone prima che arrivi questa gente

nino che poi si usa per pagare con carta d’identità e codice fiscale”.

UN’ALTRA città monitorata con attenzione è Napoli. Anche se il sindaco sembra più ottimista sulla possibilit­à che la situazione degeneri e la camorra ne approfitti. “Il rischio è concreto”, spiega Luigi De Magistris: “Bisogna vedere chi è più rapido ed efficace. Noi stiamo intervenen­do con il Banco alimentare di mutuo soccorso e Giuseppe Conte ha dato un buon segnale. Napoli avrà 7,3 milioni sui 400 milioni totali. Però anche usurai e criminalit­à organizzat­a non stanno fermi. Dobbiamo sfamare noi le persone prima che arrivi questa gente. Io con i sette milioni posso reggere un mese e mezzo al massimo due mesi. Non si va oltre”.

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Ansa Servizio sociale Un’autobotte della Polizia in un’operazione di disinfezio­ne nel quartiere di Scampia, a Napoli
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