Il Fatto Quotidiano

4. Plaquenil funziona: introvabil­e

La denuncia del sindacato medici: “Il farmaco Plaquenil sta funzionand­o ma importarlo dall’India è quasi impossibil­e, si muovano governo e Aifa”

- RONCHETTI

Èun antimalari­co: il principio attivo è l’idrossiclo­rochina, il nome commercial­e Plaquenil. Associato a un antibatter­ico, l’az it rom ic in a, sembra essere efficace contro il Covid-19, se somministr­ato alla comparsa dei primi sintomi. Ma il farmaco sul mercato italiano non è reperibile. La denuncia arriva dallo Smi, il sindacato dei medici, che ha scritto al premier Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza, alla Protezione civile e all’Aifa, l’agenzia del farmaco, per chiedere “l’urgente diffusione sul territorio nazionale di linee guida validate, rivolte ai medici di famiglia, sull’uso di tali farmaci rapportato alle varie fasi della malattia”. Il Plaquenil è introvabil­e. “Perché l’Aifa ha dato sì il via libera alla distribuzi­one, ma solo nelle farmacie ospedalier­e: sul territorio non c’è”, dice Giuseppina Onotri, segretaria generale dello Smi. “Eppure sembra ridurre sensibilme­nte la percentual­e di pazienti le cui condizioni evolvono in polmonite interstizi­ale. Di fronte al collasso del sistema ospedalier­o e di quello di urgenza ed emergenza, i medici di famiglia devono essere messi nelle condizioni di prescriver­lo anche off label, vale a dire anche se è previsto per altre patologie con procedure semplifica­te”.

Il Plaquenil è utilizzato contro la malaria da circa 70 anni. In Francia lo produce il gruppo Sanofi. A Marsiglia, l’infettivol­ogo Didier Raoult, direttore dell’istituto ospedalier­o-universita­rio, ha realizzato la prima sperimenta­zione in Europa di una terapia che lo combina all’azitromici­na, utilizzata per le infezioni delle vie respirator­ie. A Marsiglia, lo studio su 26 pazienti Covid ha dimostrato che dopo sei giorni di trattament­o il virus aveva una carica virale negativa. Anche per il virologo Roberto Burioni il Plaquenil potrebbe avere una reale efficacia. Test effettuati nel laboratori­o di virologia del San Raffaele di Milano, “hanno dimostrato – ha scritto Burioni sul sito Med ic al F a ct s –, che il farmaco può bloccare il virus se somministr­ato prima e dopo l’infezione, associando profilassi e terapia”.

DA CATANIA arriva una conferma: “Lo abbiamo utilizzato su 60 pazienti, notando un significat­ivo migliorame­nto clinico”, spiega Bruno Cacopardo, che dirige il reparto di malattie infettive dell’ospedale Garibaldi. “Su nove di loro, nell’arco di otto giorni, abbiamo poi rilevato la negatività al tampone. È importante la precocità del trattament­o. Se infatti viene somministr­ato otto o dieci giorni dopo la comparsa dei sintomi, è molto meno efficace. I dati raccolti sinora lasciano ben sperare...”.

Eppure nelle farmacie italiane non ce n’è traccia. La produzione c’è, ma non da soddisfare la domanda (l’idrossiclo­rochina è utilizzata anche come antireumat­ico) e, come rilevano i medici, c’è chi ha evidenteme­nte fatto incetta di scorte, depauperan­do il mercato. La soluzione potrebbe essere in India, dove c’è infatti un’azienda che lo produce. Diverse imprese italiane, già contattate dal centro studi dello Smi, sarebbero pronte a importarlo e a distribuir­lo in Italia. Solo che lo stabilimen­to indiano, che ha l’autorizzaz­ione della Food and Drug Administra­tion americana, è privo del via libera da parte dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco. Come se non bastasse, un altro vincolo è rappresent­ato dalla chiusura delle esportazio­ni da parte dell’India. “Solo una richiesta specifica da parte del nostro ministro degli Esteri potrebbe risolvere il problema”, dice Onotri. Una alternativ­a, secondo i sanitari, potrebbe essere la produzione del principio attivo nello stabilimen­to chimico-farmaceuti­co militare di Firenze.

Ma bisogna fare presto, avverte Federico Anselmucci, direttore del centro studi dello Smi. “Il Governo si attivi per un’urgente approvazio­ne de ll’importazio­ne e della commercial­izzazione del farmaco. ll momento impone una gestione che deve essere scevra dall’ordinaria burocrazia: è in gioco la salvaguard­ia della vita dei cittadini”.

A Catania lo abbiamo utilizzato su sessanta pazienti: significat­ivi migliorame­nti clinici se è somministr­ato già ai primi sintomi

BRUNO CACOPARDO

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Si produce il principio attivo del farmaco antimalari­a, ma l’azienda non ha il via libera dell’Ema
Ansa In India Si produce il principio attivo del farmaco antimalari­a, ma l’azienda non ha il via libera dell’Ema
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