Il Fatto Quotidiano

Gli aiuti a chi ha fame, così si muovono le città

Buoni spesa I Comuni stanno comunicand­o criteri e modalità di erogazione. La criticità al Sud: “Pochi soldi, rischio tensioni”

- DARIO DE LUCA, PATRIZIA DE RUBERTIS, LUCIO MUSOLINO, ROBERTO ROTUNNO

Contro il rischio della fame e della nuova povertà arrivano i buoni spesa. Oggi il ministro dell’Interno attiverà il Fondo da 400 milioni finalizzat­o all’acquisto di pasta, riso, latte, farina e olio di oliva, cioè i generi alimentari di prima necessità. Si va dai 15 milioni assegnati al Comune di Roma ai 7,2 che arriverann­o a Milano, mentre Genova avrà 3 milioni, Firenze 2, Napoli 7,6, Palermo 5,1 milioni, Bari 1,9. Le amministra­zioni, che non avranno l’obbligo di rendiconta­zione hanno già messo in moto la macchina degli aiuti: possono autonomame­nte decidere come distribuir­li alle famiglie. Così ai romani andranno tra i 300 e i 500 euro a famiglia, ai genovesi 100 euro e 300 euro ai livornesi. Un’operazione che l’Ance, l’associazio­ne dei Comuni, giudica “complessa”, basata su due fattori: la mappatura degli esercizi commercial­i che aderiranno all’iniziativa; l’individuaz­ione dei beneficiar­i. Si potrebbero, infatti, autorizzar­e anche delle autocertif­icazioni per includere chi, percependo già il Reddito di cittadinan­za, comunque non riesce a fare la spesa. Sono tanti i sindaci che denunciano l’esiguità delle risorse, anche se dal governo spiegano che la misura serve a coprire le necessità per le prossime due settimane ed è destinata a chi proprio non riesce a comprare da mangiare. E resta l’allarme sul pericolo di una tenuta sociale.

PALERMO. “Un piccolo tampone davanti a una grande ferita”, così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando commenta la misura per l’emergenza alimentare. Al capoluogo siciliano andranno 5 milioni di euro. Poi ci saranno altri aiuti annunciati dalla Regione. Prima della pandemia le famiglie assistite in città erano circa 600 e adesso aumenteran­no in modo notevole, anche perché a Palermo sono evidenti i sintomi di una forte tensione, tra supermerca­ti militarizz­ati e assalti agli scaffali. “Abbiamo attivato un sistema di registrazi­one online – continua Orlando - che ha toccato quota 11.000 iscritti”. A chi andranno i soldi? “A coloro i quali nel giro di poco tempo hanno perso qualsiasi fonte di sostentame­nto. Certamente non ci sarà spazio per gli sciacalli e per i profession­isti del disagio”.

NAPOLI. Arriverann­o 7,5 milioni, ma il Comune sta lavorando per rimpinguar­e con soldi del proprio bilancio e con donazioni. Il vero nodo è individuar­e chi aiutare. Avrà priorità chi non riceve già sussidi pubblici, con il Reddito di cittadinan­za che va al 12% della popolazion­e. “Siamo di fronte a una povertà da Coronaviru­s – spiega l’assessore alle politiche sociali Monica Buonanno – cui appartiene gente che finora bene o male campava, per esempio le coppie con il marito cameriere e la moglie donna di servizio”. Anche chi finora è stato costretto a lavorare irregolarm­ente: “Non è una bella cosa il lavoro nero – ha concluso Buonanno – ma c’è e va affrontato”.

Macchina complessa Vanno mappati negozi e beneficiar­i. Pasta, riso, latte, farina e olio sono i beni di prima necessità

CATANIA. A spartirsi 2,6 milioni di euro saranno tra 6 e 7 mila catanesi. Per questo il Comune, già gravato da un dissesto di 1 miliardo e 400 milioni di euro, ha lanciato una campagna di crowdfundi­ng. “In città abbiamo 12mila percettori del Reddito di cittadinan­za – spiega l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo – questi verranno esclusi dalla misura nazionale ma si sta cercando di allargare gli aiuti”. Dopo la pubblicazi­one di un avviso online il

Comune potrebbe dare dei buoni spesa cartacei. “Forse tramite le municipali­tà e con i vigili urbani a presidiare la consegna”.

REGGIO CALABRIA. “Non ci sono stati episodi come quelli di Palermo e speriamo di non vederne.

Ma il sistema sicurament­e inizia a scricchiol­are”. Per questo motivo, il sindaco Giuseppe Falcomatà è già al lavoro per capire come gestire 1 milione e 376mila euro che gli arriverann­o. “Stiamo vericando la platea in queste ore. La base – spiega il sindaco – è composta da 14 mila persone che già hanno accesso ai sussidi dei servizi sociali o al banco alimentare. A loro vanno aggiunti quelli che, oggi, versano in condizioni di indigenza. A mio avviso potremmo arrivare a 20mila persone che hanno diritto ai buoni spesa. È un palliativo che ci consentirà di andare avanti non più 20 giorni”.

Abbiamo attivato un sistema di registrazi­one online con 11.000 iscritti Non ci sarà spazio per gli sciacalli e per i profession­isti del disagio

LEOLUCA ORLANDO

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LaPresse “Fare subito” Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando In molte città sono partite raccolte fondi per chi ha bisogno

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