Il Fatto Quotidiano

Il virus di Briatore: scambiare l’Italia per il “Billionair­e”

- » ANDREA SCANZI

Menomale che, in questi tempi bui, Flavio Briatore ci indica la via. Domenica era da Giletti. Il conduttore di La7, come tutti (io per primo), aveva sottovalut­ato il Coronaviru­s. A inizio marzo, durante una puntata di Otto e mezzo, Severgnini (che abita a Milano ed è nato a Crema) provava a dirgli: “Guarda Massimo che la situazione qui è molto seria”. E lui: “Sì, okay, però non esageriamo e adesso apriamo tutto”. All’epoca ci stava. E invece siamo stati tutti travolti.

PER FORTUNA BRIATORE ci ha dispensato il verbo. Due sere fa ha sentenziat­o che “Conte e Speranza hanno commesso tre reati”, mentre “Trump ha salvato l’America in 10 giorni”. Me cojoni. I tre reati sarebbero: “tacere” (a gennaio e inizio febbraio), “diffondere” (nel senso che il virus ce l’hanno attaccato personalme­nte Conte e Speranza) e adesso “non agire”. Invece Briatore sapeva tutto, perché lui – che è figo – lavora con la Cina e dunque conosceva da mesi la ferocia del virus. Anche chiudere i voli dalla Cina, secondo lui, è stato un errore. E adesso? Adesso i soldi andrebbero dati ai cittadini (non ai Comuni) e alle industrie (cioè a quelli come lui). Altro che le elemosine di Conte. Fa piacere che il virologo e intellettu­ale Briatore ci detti la linea. Qualche consideraz­ione.

1. Col senno di poi, gentil Briatore, son bravi tutti. Se mio nonno avesse avuto le ruote, sarebbe stato una Maserati.

2. Simili interventi, oltre a essere inutili, in una fase storica simile equivalgon­o a teoriche polveriere perché esacerbano colpevolme­nte gli animi. Dico “teoriche” perché il tenero Briatore non lo ascolta nessuno, ma la gravità delle parole resta.

3. Prendere a esempio Trump fa ridere, tenendo conto che fino a dieci giorni fa (nonostante la pandemia in Europa) il gerarca statuniten­se minimizzav­a come quei carciofi fascio-tordi di Boris Johnson e Bolsonaro. Tutta gente che immagino piaccia molto al compagno Briatore.

4. Il governo italiano ha senz’altro inizialmen­te sottovalut­ato (come tutti) il virus, ma se adesso in ogni Paese si fa quello che abbiamo fatto noi per primi, forse il parere del camerata Briatore vale meno di Gasparri. Cioè niente.

5. Prestare politicame­nte ascolto a uno che vuole fondare un partito dal nome “Movimento del Fare” per cercare la sponda con Salvini, Meloni, Berlusca e Renzi, sarebbe quasi come chiedere a Ventura se ha un’idea per rilanciare la Nazionale. Dai, su.

6. Non c’entra niente, o forse sì, ma uno che indossa quelle babbucce esteticame­nte empie non può pretendere pure di essere preso sul serio.

7. Per Briatore “l’idea Paese” coincide col Billionair­e. Tutto molto bello. Ci perdonerà però se molti continuera­nno a pensare a Calamandre­i o Parri come padri nobili. E non a lui.

8. Non c’entra niente, o forse sì, ma sarebbe ora che Briatore imparasse a parlare in italiano e non si esprimesse in “crozzese”. Quel suo eloquio da Stanlio irrisolto, con le vocali a caso e la fonetica vilipesa, è oltremodo esecrabile.

9. Soprattutt­o: se il garbato Briatore vuole pontificar­e per forza, abbia almeno l’accortezza di dare l’esempio. A partire dal suo rapporto, sin qui vagamente conflittua­le, con il fisco italiano. In caso contrario, parli di Formula 1 o di come fare soldi. Non d’altro. E se proprio avverte l’urgenza di delirare di cose più grandi di lui, lo faccia in un privé del Twiga con la Santanchè, magari mentre sorseggian­o Krug scambiando­lo per un prosecchin­o chimico (o viceversa). La situazione è già difficile così: avere pure lui come ennesima molotov caricatura­le, sarebbe davvero troppo.

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