Roma ricordi il Sacco
Mi scuso con quanti mi leggono, ma oggi desidero cedere questo spazio ai miei collaboratori, ai miei angeli. Mi hanno fatto trovare una lettera che non posso non pubblicare. E per chi vorrà, domani, darò ampia documentazione di quanto affermano.
MARIA RITA GISMONDO*
“Gentile professoressa Gismondo, da ricercatori impegnati da circa vent’anni nella bioemergenza, la dichiarazione apparsa sul sito della Difesa che cita unicamente lo Spallanzani come centro di riferimento per le bioemergenze ci ha profondamente feriti, poiché esclude l’ospedale milanese Sacco che, proprio per provvedimenti ministeriali sin dal tempo dell’emergenza antrace, poi Sars, Ebola, è indicato come centro di riferimento nazionale. Ma Roma è lontana e sempre più lontana… tanto che all’art. 2 dell’Ordinanza del capo di dipartimento della Protezione civile del 2 febbraio viene indicato nel Comitato tecnico-scientifico, oltre a rappresentanti necessari per mansione e istituzione, solo membro outsider, ‘il direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma’. È così lontana, la nostra Capitale, da non aver mai tenuto conto del nostro lavoro in prima linea, elargendo riconoscimenti e cospicui fondi solo a quell’ospedale. Siamo pronti tutti i giorni a rispondere a un eventuale pericolo biologico, lavoriamo, studiamo. Dal 21 febbraio viviamo in ospedale, abbiamo dimenticato le nostre famiglie. Continueremo accanto a lei questa lotta impari, ma vorremmo fare sentire la nostra voce. Siamo abituati a essere offesi da anni, ma non ci arrendiamo. Combattiamo con lei”.
* direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano