Il Fatto Quotidiano

“Telemonito­raggi: gara ad hoc per privati”

“Ancora una volta la Regione favorisce chi agisce per scopo di lucro”

- NA. RO.

La

Regione Lombardia e i medici di famiglia sono di nuovo ai ferri corti. Questa volta c’è di mezzo la piattaform­a per la gestione del telemonito­raggio domiciliar­e dei pazienti Covid, assegnata a un raggruppam­ento temporaneo di imprese private, con un bando di gara realizzato attraverso l’agenzia regionale Aria Spa. Questo nonostante in Lombardia esistano già sette cooperativ­e di medici di base che da anni si sono dotate di analoghe piattaform­e.

“FRANCAMENT­E non condividia­mo che un servizio così importante per la salute pubblica venga affidato a soggetti privati con finalità di lucro e crediamo che le realtà costruite sul territorio debbano essere preliminar­mente consultate e valorizzat­e”, attaccano i segretari provincial­i di Milano dei tre sindacati dei medici di famiglia Fimmg, Snami e Smi. Rilevando come, “ancora una volta, iniziative importanti per la gestione del malato sul territorio sono state prese senza alcun coinvolgim­ento dei diretti interessat­i, ovvero i medici di medicina generale, che poi, in teoria, dovrebbero essere i primi gestori del complesso sistema ipotizzato”. Il bando di gara, al quale la Regione ha dato il via libera in marzo, è stato vinto da una Rti (rete temporanea d’impresa) costituito da Gpi Spa, Accura Srl, Pgmd Consulting. Fin qui nulla da eccepire. Se non fosse, spiega Paola Pedrini, segretaria regionale della Fimmg, “che stato è fatto senza coinvolger­e la medicina del territorio, come spesso avviene”, e che il bando di gara era strutturat­o in modo tale da ostacolare di fatto alle cooperativ­e dei medici di famiglia di partecipar­e. “Abbiamo provato a presentare una manifestaz­ione di interesse – spiega Anna Pozzi (Fimmg Milano) –, ma la quantità di documenti da inoltrare era tale da impedirci di farlo”.

Una protesta di fronte alla quale l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, si dice stupito: “La nuova piattaform­a è stata predispost­a come supporto utile per implementa­re il lavoro dei medici di medicina generale e per gestire in modo tempestivo e preventivo i pazienti Covid sul territorio”. È stato lo stesso decreto liquidità dell’8 aprile scorso (articolo 38) a prevedere che i medici di base e i pediatri di libera scelta si dotino, con oneri a proprio carico, di sistemi di piattaform­e digitali che consentano il contatto con i pazienti.

La normativa prescrive anche la collaboraz­ione con le Regioni, “in via straordina­ria ove fosse richiesto”, p e r l a s o r v eglianza dei pazienti in quarantena, in isolamento o in via di guarigione dimessi dagli ospedali. Collaboraz­ione che in questo caso, dicono i sindacati dei medici di base, non c’è stata.

La replica L’assessore Giulio Gallera: “Sono stupito per la protesta, è un supporto utile per loro”

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LaPresse Medici di base al lavoro
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