“Sul Mes non c’è alcun vincolo di maggioranza”
Vito Crimi “Ripensiamo i due mandati per i sindaci”
Vito Crimi non vede alternative o aggiustamenti possibili: “Non esiste un governo diverso da questo, e di rimpasto si parla dal giugno 2018. Ma in due anni si è solo dimesso un ministro: cambi della squadra non sono pensabili”. Fa muro, il capo politico reggente del M5S. E punge: “Forse qualcuno parla di rimpasto per mettere in difficoltà il suo stesso partito...”.
Di problemi ne avete avuti anche voi 5Stelle, per esempio sulle norme sui migranti. Anche Palazzo Chigi ha scritto che avevate rimesso in discussione l’accordo chiuso domenica.
Le spiego come è andata. Io e i miei colleghi che si occupano di agricoltura avevamo molte perplessità su quelle norme, e domenica le ho ribadite nella riunione di governo. Quella sera abbiamo ipotizzato delle soluzioni, e così ci siamo lasciati. L’indomani abbiamo letto il testo, con le modifiche apportate, ma non poteva andare, perché conteneva ancora una sanatoria per i datori di lavoro condannati per reati come caporalato o sfruttamento. Avrà pesato anche l’intervento di Luigi Di Maio, no?
In quei giorni Di Maio non ha detto nulla sul tema, neppure nelle chat.
Avrà fatto parlare altri.
Non penso proprio. La verità è che poi siamo riusciti a cancellare la sanatoria lavorando a un’intesa con il ministro del
Sud, Giuseppe Provenzano. Dopodiché resto convinto che con queste norme non si riuscirà a regolarizzare un solo bracciante in più. Su La Stampa il segretario dem Nicola Zingaretti ha detto: “I 5Stelle pensavano di dettare l’agenda e di svuotare il
Pd, ma è accaduto il contrario”.
Sono rimasto sorpreso e dispiaciuto. Penso che il M5S stia molto bene, e che forse Zingaretti abbia detto quelle cose per distogliere l’attenzione dalle difficoltà del Pd, con tutte le sue anime diverse.
Lo ha sentito?
Ci siamo sentiti e chiariti. Mi ha assicurato che non c’era ostilità, e che lavora per rendere ancora più solido il rapporto con noi, per il Paese.
Sul Mes sembrate ancora su posizioni opposte. O no?
Il nuovo testo sul fondo parla di un sistema di allerta che scatterebbe per i Paesi che non dovessero restituire il prestito. E se c’è un sistema di allarme ci sono anche conseguenze, quindi condizionalità. Ci dovranno spiegare quali, ma noi restiamo sul no al Mes. Arriverà un voto in Parlamento sul fondo: e vi spaccherete.
Su un tema che può impegnare il Paese per i prossimi dieci anni devono decidere i Parlamenti. Sul Mes non può esserci un vincolo di maggioranza. Matteo Renzi resta vago sulla mozione di sfiducia per il Guardasigilli Bonafede: “Decideremo come votare dopo averlo ascoltato in Aula”.
Con Italia Viva le distanze c’erano e ci sono. Ma in una fase come questa dobbiamo lavorare tutti assieme.
Bonafede lascerà il ruolo di capodelegazione del M5S?
Assolutamente no.
Si parla di nuovo dello sblocca cantieri, da ricalcare sul dl varato per il ponte di Genova. Siete in grado di estendere quel modello?
Quel modello può essere applicato a opere necessarie e condivise, di cui sia evidente l’utilità. Però serve un’op er a complessiva di semplificazione, partendo dalla pubblica amministrazione.
I sindaci reclamano: “Chiedevamo 5 miliardi e il governo ce ne ha dati 3”. Ne abbiamo stanziati 3,5, cioè il 70 per cento: non è poco. E abbiamo istituito un tavolo per monitorare tutto. Se dovremo aumentare i fondi, sapremo dove indirizzarli, senza dover varare un nuovo provvedimento.
Parlando di sindaci: Virginia Raggi e Chiara Appendino rischiano di essere penalizzate dal vincolo dei due mandati? Penso che si debba discutere della permanenza del vincolo per chi amministra. Abbiamo sindaci al secondo mandato a Roma, Torino, Marino e Vimercate. Chi amministra dovrebbe poter lavorare in un’ottica pluriennale, quindi una riflessione va fatta. Il mondo cambia, e dobbiamo tenerne conto.