Al Shabaab, non solo bombe: il segreto è la sua macchina della propaganda
Prima regola del “dipartimento comunicazione”: disconoscere i reati
L’Harakat al- Shabaab al- Mujahiddeen, il movimento dei giovani combattenti in Somalia per il jihad, la guerra santa contro gli infedeli, autore del sequestro di Silvia Romano, ha curato con grande dovizia fin dalla sua nascita nel 2005 la comunicazione locale e globale, come appreso del resto dalla casa madre: al Qaeda, di cui rimane un fedele alleato. L'organizzazione islamica terrorista, che conta oggi circa 13 mila miliziani più un nutrito vertice formato anche da stranieri – un cittadino di San Diego, Jehad Serwan Mostafa è ricercato dagli Usa che hanno recentemente messo anche una taglia sulla sua cattura per il ruolo apicale presso il dipartimento "esplosivi" – ha 12 dipartimenti, una sorta di governo ombra, tra cui spicca quello della propaganda, chiamato delle comunicazioni. "Usano strumentazioni sofisticate per fare venire bene in immagine i leader, hanno un sito web ufficiale, canali di messaggistica via social, indirizzi Instagram, web radio e sono abili nell'usare senza scrupoli tutto ciò che il mondo informatico offre, come immagini rubate e poi truccate degli ostaggi per dimostrare il passaggio dall'oscenità degli abiti occidentali a quelli corretti degli islamici, come è avvenuto anche nel caso di Silvia Romano", spiega al FattoHarun Maruf, scrittore e giornalista somalo coautore del saggio più completo sul movimento terrorista islamico somalo Inside al-Shabaab.
LO SCOPO PRINCIPALE del "dipartimento comunicazioni" è diffondere video e messaggi per fare il lavaggio del cervello ai giovani e indurli a sostenere ed entrare nel movimento per guadagnarsi il pane e il paradiso. In realtà al-Shabaab tenta in questo modo di far credere ai somali, specialmente i contadini e pastori del povero entroterra, che le continue e capillari estorsioni perpetrate dai suoi guerriglieri sul campo servono per finanziare la jihad contro l'empio governo somalo e i suoi alleati sul campo, su cui svettano il Kenya e soprattutto la Turchia. "Mai al-Shabaab ha ammesso con una dichiarazione ufficiale di compiere estorsioni, rapimenti per chiedere riscatti in denaro. Del resto è improbabile che un ladro ammetta di propria sponte di esserlo. Al-Shabaab non ha mai ammesso nemmeno di aver
HARUN MARUF
Sono maghi del Web, rubano e modificano immagini, ma mai hanno riconosciuto ufficialmente di essere autori di stragi, estorsioni o rapimenti
fatto strage di civili, per esempio nel mostruoso attentato del 2017 a Mogadiscio quando un camion bomba diretto alla base militare turca fu fatto esplodere dal guidatore prima di raggiungerla perchè era stato circondato dalla polizia . La prassi di al-Shabaab è che se non si può raggiungere il target ci si deve far esplodere dove ci si trova. In quel caso in mezzo a centinaia di uomini, donne e bambini, provocando più di 500 vittime", sottolinea Maruf. I terroristi islamici finora hanno solo rivendicato attentati contro obiettivi militari e soldati. Nemmeno loro vogliono sembrare assassini di semplici musulmani, tra i quali molti bambini. Certo non per un moto di pentimento, ma per non perdere l'al lure di cui hanno da sempre provato ad ammantarsi: unici musulmani a essere in grado di imporre la sharia (legge islamica).
DAL 2011, quando perse il controllo di Mogadiscio, al-Shabaab è retrocesso nelle zone rurali a ridosso della costa, per poi uscire di poco oltre il confine e fondare una grande succursale in Kenya, a Garissa. Da allora è diventato un vero e proprio movimento di guerriglia che opera sul terreno attraverso gruppi di una decina di persone al massimo, così da poter compiere imboscate e sfuggire più facilmente alle ricerche dei militari, ai droni armati americani e turchi, dati in dotazione all'esercito somalo, da anni addestrato da ufficiali turchi, che dall'alto cercano di colpirli.