LA TRAGICOMMEDIA SCAVALCA LA SATIRA
“L’OTTIMO “bissinìs” di Pivetti, Lele Mora, e il “paisà” Borrelli”. DANIELE LUTTAZZI, IL FATTO QUOTIDIANO
ÈRITORNAT OMaurizio Crozza con le sue maschere predilette, Vincenzo De Luca, Vittorio Feltri e le new entry, Franco Locatelli (accademico, virtuoso di contagi e arcaismi), e Irene Pivetti (ex presidente della Camera, oggi grossista di mascherine un tanto alla tonnellata). Si ride, eppure c’è come qualcosa che non va. Non l’assenza di pubblico e neppure l’inevitabile spartito pandemico. Sfasatura che forse si comprende meglio davanti allo sdoppiamento di Crozza nei fratelli De Rege, lumbard, Attilio Fontana e Giulio Gallera. Con l’agghiacciante talk sulla strage nelle residenze anziani, riproposto in chiave satirica e i due che non fanno altro che reciprocamente (auto)assolversi: “no, non è colpa tua”, “no, non è colpa tua”, e quindi non è mai colpa loro. Ma ci sono trentaduemila morti: ecco il fondale straziante davanti al quale quelle marionette disarticolate dalla realtà e dal buon senso recitano un copione non più sopportabile. Infatti – nel genere che ha sulla vetta Alberto Sordi e l’epopea misera dell’italiano medio, poi planato nei cinepanettoni – finché il campionario nazionale di mascalzoni, truffatori, imbroglioni, bugiardi, arrampicatori, ricattatori, estorsori, mafiosi, fedifraghi, corruttori e corrotti si limitava a truccare le carte per le solite ragioni di soldi e di corna, si poteva sghignazzare senza rimorso. Ma adesso come si fa? Dopo la commedia all’italiana è dunque giunto il tempo della tragedia all’italiana. Che non muta la natura dell’eroe eponimo, il cialtrone, declinato questa volta attraverso le figure rivedute e corrette dal virus. I politici inetti e scaricabarile con il loro show delle 18 in punto. Colei che un tempo passava per la Giovanna d’Arco leghista e che in un giro maneggione della pubblica salute confida di avere “la faccia come il didietro”. Il presidente di Regione spompato che grazie al Covid e al “facite ‘a faccia feroce” si riguadagna follower e candidatura. Se fosse un film potrebbe intitolarsi: la tragedia degli uomini ridicoli. Se fosse uno slogan: una risata ci seppellirà. Sì, il rischio è che alla fine la risata seppellisca noi e non loro. In un delirio di cinismo, insensatezza e malaffare di fronte al quale anche la satira più estrema (Crozza, Luttazzi) rischia di ritrovarsi spiazzata. Sarebbe troppo perfino per Alberto Sordi.