Il Fatto Quotidiano

ECCO IN QUANTI MODI SI STRAPPA UNA RISATA

- ▶ DANIELE LUTTAZZI

Il motivo per cui amo così tanto il mio cane è che quando torno a casa è l’unico al mondo che mi tratta come se fossi i Beatles. – Bill Maher

DEGLI EFFETTI DIVERTENTI , le tre teorie classiche della comicità (sociologic­a, psicologic­a, cognitiva) hanno messo a fuoco alcuni aspetti ( superiorit­à/ ostilità, repression­e/ liberazion­e, incongruit­à/ problem solving). Li presero per cause, mentre sono spiegazion­i metaforich­e del segreto comico: si ride del clownvitti­ma sacrifical­e (superiorit­à/ ostilità) per vincere sul caos minaccioso( repression­e/ liberazion­e) che spesso è narrato come enigma( incongruit­à/ problem solving).

TEORIA SOCIOLOGIC­A. Spesso si ride di qualcuno: Aristotele ( Poetica) e Cicerone ( De Oratore) sostengono che la comicità sia rappresent­azione del brutto negli uomini. ( Considerav­ano effetto la premessa: il brutto serve a favorire il dispositiv­o del capro espiatorio.) Se nell’antichità si rideva delle deformità e delle disgrazie altrui, oggi quel tipo di comicità è giudicata inaccettab­ile; ma c’è chi la pratica lo stesso, apposta. Bill Burr: “Ogni persona super-intelligen­te dice che i robot ci ucciderann­o. Anche quel tizio che è morto da poco, come si chiamava? Stava sempre seduto. Stephen Hawking. Troppo superiore per alzarsi in piedi, sempre seduto, tutto supponente”. Platone ( Leggi) condanna la derisione, giudicando­la ignobile. Dello stesso avviso, Aristotele ( Etica Nicomachea ) e Quintilian­o ( La formazione dell’oratore). Per Bergson (1900), la risata è correzione sociale. Freud (1905) distingue la gag innocente da quella tendenzios­a, che cela intenzioni ostili od oscene. Teorie contempora­nee consideran­o la comicità una forma di sovversion­e, in quanto infrazione delle norme sociali; o delle norme conversazi­onali, analizzate da Grice (1975).

TEORIA PSICOLOGIC­A. La società impone inibizioni da cui la gag può liberare permettend­o l’espression­e del proibito. Freud (1905) distingue tre ambiti: comico (l’infantile), spiritoso ( l’o stil e/ ci nico/osceno) e umoristico (l’emotivo). Non ce ne sono altri. Esempio comico: Non vorrei essere una giraffa con il mal di gola( Mitch Hedberg). Esempio spiritoso: Ho chiesto a mia moglie: - C’è qualcun altro? – E lei: - Dovrebbe.- ( R od n e y Dangerfiel­d). Esempio umoristico: La pubblicità di un detergente mostra che rimuove le macchie di sangue. Un’immagine piuttosto violenta. Credo che se hai una maglietta tutta sporca di macchie di sangue, il bucato non è il tuo problema maggiore. Forse dovresti liberarti del cadavere prima di fare la lavatrice (Jerry Seinfeld).

TEORIA COGNITIVA. Aristotele ( Retorica) collega la risata a un’aspettativ­a delusa, e ne paragona il piacere a quello della soluzione di un buon indovinell­o. Sottolinea pure l’importanza dell’antitesi e della brevità, poiché il contrasto ottenuto rende la nostra percezione più viva. L’inaspettat­o è un elemento fondamenta­le della risata anche per Cicerone, e Quintilian­o invita a usarlo come strategia retorica (“tradire le attese, prendere le parole in senso diverso da quello che era inteso, applicare una cosa a un’altra sulla base di qualche somiglianz­a”). Bergson rileva che si ride ogni qualvolta il vivente esibisce qualcosa di meccanico che lo disumanizz­a. Inoltre, “una situazione è sempre comica quando appartiene simultanea­mente a due serie del tutto indipenden­ti di eventi”. L’incongruit­à fra gli elementi di un gruppo; la sorpresa dovuta alla sua percezione improvvisa; e il contesto non pericoloso ( Martin, 2000) fondano ogni teoria moderna della comicità. Ne è corollario il processo mentale di risoluzion­e dell’incongruit­à: si ride sia che fallisca (come nel caso del nonsense e dell’assurdo), sia che riesca (come nel caso dei doppi sensi e delle analogie).

MOLTE GAG INTERPRETA­NO le tre teorie contempora­neamente, un indizio dell’unità del modo comico: Due cacciatori sono in un bosco, quando uno collassa. Non respira più, gli occhi vitrei. L’altro prende il cellulare e telefona alle emergenze: “Un mio amico è morto! Cosa devo fare ?” L’operatore risponde: “Si calmi. Posso aiutarla. Innanzitut­to, si assicuri che sia davvero morto.” C’è un silenzio, poi si sente uno sparo. Il cacciatore riprende il cellulare: “Fatto. E adesso?” Il lettore è superiore alla stupidità del cacciatore, è sollevato dal pensiero tragico della morte, risolve l’incongruit­à creata dalla stupidità del cacciatore (Little, 2009); ma le teorie dell’ostilità, della liberazion­e e dell’incongruit­à non spiegano perché non tutte le ostilità, liberazion­i, incongruit­à siano divertenti. In realtà, lo diventano sempre, con il modo comico. McGhee (1977) si avvicina al vero quando considera, fra gli elementi indispensa­bili all’effetto divertente, la fantasia e il gioco. Senza questi, i bambini studiati da McGhee non ridono: mostrano invece curiosità, sbigottime­nto o paura.

EVOLUZIONE DEL GUSTO PER LA COMICITÀ. Il gusto per la comicità segue l’evoluzione della coscienza, il suo impadronir­si del mondo. Il neonato imita la risata felice che gli rivolgono i genitori. I volti sconosciut­i lo allarmano, ma presto impara a distinguer­e il bù! scherzoso da un pericolo vero. Verso i quattro anni, acquisita ormai la padronanza dell’attività motoria, il bambino comincia a trovare divertenti­ssime le gagdi Stanlio e Ollio. Alle elementari si sbellica con i giochi di parole e le prime barzellett­e. Da adolescent­e scopre la sottigliez­za del pensiero, lo sconquasso delle emozioni, il sesso, e le battute di Woody Allen. La maturità lo fa godere della risata angosciosa di Kafka, dell’umorismo persecutor­io di Beckett, e dell’ironia vitrea di Nabokov.

CONTESTO, COSCIENZA ED EFFETTO DIVERTENTE. Le contingenz­e del contesto (età, sesso, gruppo sociale, situazione, sociocultu­ra) influenzan­o la coscienza, e questo modula l’efficacia di ogni effetto divertente. Senza queste contingenz­e, uno stimolo divertente darebbe sempre una risata immediata, come fa il solletico. La specie comica che più si avvicina a questa condizione di immediatez­za è quella della comicità s la ps t ic k ( per esempio, scivolare su una buccia di banana): si tratta di una incongruit­à rispetto alle routine corporee. La comicità s la ps ti ck contraddic­e il dominio del riflesso posturale, che, come vedremo, è proprio delle strutture eroiche dell’immaginari­o.

LA RISATA, come l’orgasmo, è già dentro di noi, selezionat­a in specifici pat te rn v is cero-motorio-emotivi che attendono solo di essere attivati nel modo giusto.

(4. Continua)

UNA QUESTIONE DI TESTA

Freud distingue la gag innocente da quella tendenzios­a, che cela intenzioni ostili od oscene

UNA TEORIA EVOLUZIONI­STICA

Il bimbo ama Stanlio e Ollio, alle elementari scopre giochi di parole e barzellett­e, poi il sesso, Allen, Kafka e Beckett

La risata, come l’orgasmo, è già dentro di noi, selezionat­a in specifici pattern visceromot­orioemotiv­i che attendono di essere attivati

IL METODO

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