IL MONDO VA VERSO UN’ESTATE TORRIDA
In Italia– Al Nord il nostro piccolo monsone di maggio anche quest’anno non ha tradito, e nell’ultima settimana, sotto venti umidi meridionali, poco o tanto ha piovuto ogni giorno. Prealpi, Nord-Ovest e alta Toscana sono state le zone più innaffiate, specie lunedì 11, con 110 mm di pioggia a Stresa ( Lago Maggiore), e 150-170 mm su Appennino genovese e Prealpi Giulie. Nella notte tra giovedì e venerdì nubifragio di rara intensità su Milano: fino a 151 mm d’acqua in circa 6 ore (simile all’evento del 7 luglio 2009, che scaricò 191 mm a Corsico), allagamenti e la consueta esondazione del Seveso. Continua invece la siccità in Emilia-Romagna: solo 76 mm da inizio anno a Modena, ai minimi in 190 anni di misure se non ci saranno piogge rilevanti entro fine mese. Impetuoso scirocco al Sud, polvere sahariana, incendi e caldo record a Palermo: all’osservatorio astronomico 39,5 °C mercoledì e 39,7 °C giovedì, 16 °C sopra media e record per maggio nella serie dal 1797. Gravi danni al raccolto di ciliege nel Barese per raffiche di vento a 100 km/h. Il Cnr-Isac indica che le temperature di aprile 2020 sono state 1,1 °C più elevate della norma a livello nazionale, e data la persistenza di valori oltre media il primo quadrimestre dell'anno è stato il più caldo dal 1800 (+1,4 °C).
NEL MONDO – Dalla Sicilia il caldo eccezionale si è spostato a Est con punte, venerdì, di 34,1 °C a Sofia (Bulgaria) e 39,4 °C ad Adana (Turchia). Calura soffocante anche in Algeria (45 °C). Gelo tardivo invece in Scandinavia dopo un inverno di mitezza record: 5 °C sotto media nell’ultima settimana e nevicate fin sulle coste della Norvegia (Bodø, Trondheim). Tra lunedì 11 e martedì 12 spruzzate di neve fino in pianura, straordinarie in questa stagione, anche in Polonia e Lituania (imbiancate Vilnius e Kaunas). Giovedì mattina minime di -3 °C a Groningen (Olanda) e -6,1 °C a Katesbridge, a un soffio dal primato di freddo per maggio in Irlanda del Nord. Diluvi di ricorrenza centenaria e inondazioni nel Sud-Ovest della Francia (fino a 261 mm tra domenica e lunedì), ma è soprattutto l’Africa orientale a soffrire ancora disastri alluvionali, e in Kenya il bilancio delle vittime da aprile è salito a 237. “Vongfong”, primo tifone del 2020 nel Pacifico occidentale, di categoria 3 con venti a 220 km/h, ha raggiunto le Filippine giovedì 14 e, pur indebolito al contatto con la terraferma, ha provocato alluvioni, frane e almeno un morto. Oltre al Nord Europa, anche Canada e Nord-Est degli Usa stanno vivendo un maggio freddo (minima di -3 °C a Toronto martedì 12), ma più delle anomalie locali contano le tendenze globali: la Noaa segnala che aprile 2020 è stato il secondo più caldo nel mondo (+1,06 °C rispetto alla media del Novecento), e ben otto dei dieci mesi di aprile più caldi dal 1880 si sono registrati dal 2010 in poi! Con le temperature in aumento la neve fonde più rapidamente: secondo uno studio di Claudia Notarnicola dell’Eurac, centro di ricerca di eccellenza di Bolzano, nel 78% delle zone montuose del pianeta l’innevamento è diminuito nel periodo 2000-2018, specie in Sudamerica e anche sopra i 4000 m. L’articolo “The emergence of heat and humidity too severe for human tolerance”, di Colin Raymond del California Institute of Technology, su Science Advances, indica che senza riduzione dei gas serra a fine XXI secolo soprattutto lungo il Golfo Persico e nella Valle dell’Indo verranno comunemente superate soglie di caldo-umido intollerabili per il corpo umano, oggi molto rare, date ad esempio dalla combinazione di 40 °C e 70% di umidità relativa, oppure 45 °C e 50%. Sono condizioni mortali anche a riposo, all’ombra e con abbondante acqua a disposizione, che spingeranno centinaia di milioni di persone alla migrazione forzata.