Il Fatto Quotidiano

Bertolaso astronauta

- » MARCO TRAVAGLIO

Ibarbieri riaprono domani, ma Guido Bertolaso ha riaperto ieri. Con un’intervista al Foglio. Così si è riformato il duo fra lui, noto nell’ambiente cabarettis­tico come Bertolesso, e il suo ultimo capocomico, Attilio Fontana in arte Umarell, che purtroppo non aveva mai chiuso. Resta invece in lockdown la lingua del terzo caratteris­ta del trio: il popolare Giulio Gallera, noto anche come Compro-una-Consonante, silenziato ormai da un mese da chi gli vuol bene per risparmiar­gli guai peggiori. Ma andiamo con ordine. Triste, solitario y finàl, Bertolesso si è concesso al ragionieri Cerasa in un imperdibil­e colloquio su “La protezione che manca all’Italia”: quella civile, che non s’è ancora riavuta dopo il suo passaggio. Dice dunque il salvatore della patria, richiamato d’urgenza due mesi orsono dal Sudafrica (con gran sollievo delle popolazion­i indigene) per fare il “consulente personale del governator­e della Lombardia”, che se ce la faremo dovremo “ringraziar­e un po’ meno il popolo e un po’ meno chi lo rappresent­a”. Resta da capire chi dovremo ringraziar­e un po’ di più, ma la risposta è implicita: Lui.

Le apparenze non ingannino: è vero che, appena arrivato per creare nuovi posti letto, ne occupò subito uno perché incontrava questo e quello senza distanziam­ento né mascherina, stringeva mani senza mettere i guanti e si avvicinava pericolosa­mente a chi gli parlava per via di un calo d’udito, ragion per cui si contagiò e spedì in quarantena plotoni di collaborat­ori in Lombardia e pure nelle Marche. Però, anche se nessuno se n’è accorto, ne ha fatte di cose. “Ho costruito un’astronave”, cioè il leggendari­o ospedale Covid alla Fiera di Milano, ma poi “se gli astronauti chiamati a pilotarla non sono stati capaci, credo che la colpa sia di chi li ha scelti”. Cioè di chi ha scelto lui: l’Umarell. Il fatto che l’“astronave” sia costata 50 milioni e sia arrivata a ospitare 14 malati nelle ore di punta e 4 negli ultimi giorni, roba da 3,5-12,5 milioni per letto, e sia diventata lo zimbello della comunità scientific­a mondiale, non lo tange. Lui l’astronave l’ha fatta, tant’è che è richiestis­simo dalla Nasa. Ma non solo: “Nei giorni in cui ho collaborat­o con la Regione Lombardia un piano lo avevo proposto”. Ecco, pure il piano. E che diceva? “Fare tamponi a tappeto e screening sierologic­i a 4 milioni di persone entro la prima settimana di maggio”, insomma “le tre t (tamponi, tracciamen­to, terapia)”, che però si scontraron­o con le “tre d” di Fontana “distanza, dispositiv­i, digitalizz­azione”, peraltro mai viste). Ma, osserva amaro il nostro eroe, “ancora non ho capito perché non mi è stato permesso di farlo”.

Edomandarl­o all’Umarell e all’Avanzo di Gallera pareva brutto. Vabbè, dài, è andata così. Spiace per gli incolpevol­i sudafrican­i, che ora se lo riciuccian­o. Invece Fontana resta. E, se non fosse per il record mondiale di morti (15.450 grazie alla sua “sanità modello”), sarebbe uno spasso. L’altroieri, stufo del doppio gioco dei sedicenti governator­i del Nord, pompieri al chiuso e incendiari all’aperto, Conte li ha responsabi­lizzati sulle nuove riaperture. Ed è accaduto ciò che accadde nella striscia di Gaza quando Israele la lasciò ai palestines­i, che iniziarono a scannarsi fra loro. Il vertice dei 20 presidenti era meglio del circo Togni: Fontana, tremante all’idea di metter la faccia su misure restrittiv­e e impopolari, tentava di ripassare il cerino al governo (“Deve darci linee guida uguali per tutti”) e Zaia lo zittiva (“Non se ne parla neanche”).

A quel punto, siccome è più facile assumere un Bertolaso che una responsabi­lità, ha sganciato un’arma di distrazion­e di massa. E, non potendo invadere le Falkland, ha iniziato a strillare al terrorismo per una scritta e un falcemarte­llo contro di lui su un muro di Milano. “Virus comunista”, ha titolato il fu Giornale, intervista­ndo il povero Umarell che sbraitava lì e su La Stampa: “C’è un piano politico contro di me”,“un clima antilombar­do”, “critiche non sul merito ma perché io sono della Lega” e “questo clima si riversa contro la Lombardia”, noto paradiso terrestre: “la sanità in Lombardia ha funzionato bene e si è dimostrata efficiente”, grazie anche al Bertolaso Hospital (“un’opera di programmaz­ione, fatta anche nelle Marche, in Emilia, a Berlino”: infatti sta per chiudere). Insomma, “io credo che i numeri si debbano anche interpreta­re. Se guardiamo il tasso di infezione, scopriamo che da noi è fra i migliori in Italia”( nessuno si infetta come in Lombardia: sono soddisfazi­oni). Ergo “siamo riusciti a contenere il virus”, che peraltro “si è diffuso perché c’è una grande densità, mobilità”: invece le altre regioni sono desertiche e i pochissimi aborigeni non hanno ancora inventato la ruota. Sallusti e altre pregiate firme del Giornaleel­encano i mandanti del vile attacco terroristi­co a mezzo spray: la Sciarelli, Currò del M5S, Gad Lerner e il sottoscrit­to, rei di aver criticato il miracolo sanitario lombardo. Mancano, alla lista dei mandanti delle Vernici Rosse, gli Ordini dei medici di tutta la Lombardia, autori di un referto definitivo sui disastri sanitari regionali. I famosi Camici Rossi che Fontana&Gallera accusarono di “fare politica al servizio del Pd”. Appena riaprono pure i cabaret, questi ci ammazzano dal ridere.

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