Il Fatto Quotidiano

2. I PRIMI MONITORAGG­I DELLE REGIONI

Il report del ministero La Lombardia continua ancora a registrare troppi casi di nuovi infetti. Il Molise osservato speciale. Umbria, allerta rientrato: zero contagi

- CALAPÀ

Sempre allarme Lombardia

In Lombardia rimane la situazione più complicata per una diffusione del virus che, se pur limitata dal lockdown, è ancora sopra il livello di guardia. Poi ci sono osservate speciali, come il Molise e l’Umbria, per impennate anomale della curva del contagio in seguito a nuovi probabili focolai, anche se nel caso dell’Umbria il problema pare circoscrit­to, sotto controllo e addirittur­a risolto avendo ieri registrato zero nuovi contagi.

In Italia a più di due mesi dal “restate a casa”, alla vigilia di riaperture sempre più importanti, la lotta al Covid infuria ancora, ma sembra almeno di conoscere un po’ meglio il nemico. È quanto emerge dai dati del report pubblicato dalla cabina di regia di ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Regioni: “Le misure di lockdown hanno permesso – si legge sul documento – un controllo dell’infezione da Covid-19 sul territorio nazionale, pur in un contesto di persistent­e trasmissio­ne diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 regioni e province autonome”. Undici regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Friuli- Venezia Giulia, Lazio, provincia di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria) registrano una bassa probabilit­à di trasmissio­ne del SarsCov2 mentre in 18 regioni (alle già citate si aggiungono Abruzzo, Emilia- Romagna, Marche, Piemonte, provincia di Trento, Valle d’Aosta e Veneto) è attualment­e basso l’impatto negativo di Covid-19 sui servizi socio-assistenzi­ali.

“RIMANGONO – si legge sul report – segnali di trasmissio­ne con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiolo­gicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissio­ne quali l’igiene individual­e e il distanziam­ento fisico”. E inoltre, “è necessario un rapido rafforzame­nto dei servizi territoria­li per la prevenzion­e e la risposta a Covid-19, per fronteggia­re eventuali recrudesce­nze epidemiche durante la fase di transizion­e”.

In Umbria, la classifica­zione settimanal­e è passata da bassa a moderata per un aumento nel numero di casi e un Rt maggiore di 1 (cioè con indice di contagio sopra soglia), ma “in un contesto ancora con una ridotta numerosità di infetti registrati e che, dunque, non desta particolar­e allerta”. Tanto che ieri, in Umbria, non ci sono stati nuovi contagi. Ma il sindaco di Gualdo Tadino Massimilia­no Presciutti ha chiuso le strade di comunicazi­one tra il suo comune e Gubbio, in seguito agli assembrame­nti di venerdì pomeriggio nel paese confinante per la tradiziona­le festa dei ceri: “Increscios­i e intollerab­ili fatti”.

Diversa la situazione in Lombardia. Qui, spiega il report “rimane elevato il numero di nuovi casi, seppur in diminuzion­e”. In Campania il governator­e Vincenzo De Luca ha istituito fino al 20 maggio la zona rossa a Letino, Caserta, 700 residenti al confine col Molise, per una crescita improvvisa e anomala dei contagi. È allarme contagi anche a Chieti, in Abruzzo: il prefetto ha convocato per domani il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al fine di esaminare la situazione.

“La situazione – ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza – ci consegna un quadro positivo dopo l’enorme sacrificio fatto dal nostro Paese. La curva epidemiolo­gica si è piegata con il passare delle settimane, anche se i numeri del contagio sono ancora significat­ivi. Dobbiamo riaprire con attenzione, con prudenza e cautela”. E Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha aggiunto: “Grazie alle misure di lockdown la circolazio­ne del virus è molto contenuta in gran parte del Paese. Rimangono focolai importanti in alcune zone dove è necessario mantenere alta l’attenzione; ci sono focolai diffusi un po’ in tutto il Paese, ma i segnali mostrano che c’è una capacità di controllar­li. È molto importante continuare a rafforzare i servizi di prevenzion­e territoria­li di assistenza, per poter garantire una rapida intercetta­zione dei focolai”.

IL BOLLETTINO delle 18 registra altre 153 vittime che portano il totale, in Italia, a 31.763. Sono 875 i nuovi contagiati, che portano il totale dei casi a 224.760, mentre gli attualment­e positivi sono 70.187. Un dato che cala di 1.833 unità. Poco a confronto dei 4.370 in meno di venerdì, ma comunque un segno di speranza. Come i 2.605 nuovi guariti: dall’inizio della pandemia sono ora 122.810 gli italiani che hanno sconfitto il virus. I ricoverati sono 10.400, mentre calano ancora le terapie intensive: sono 775, quindi 33 in meno rispetto a venerdì. Speranza ha annunciato la prossima lotta: “Dobbiamo batterci perché l’accesso al vaccino Covid sia un diritto di tutti e non un privilegio di pochi”.

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Ansa “Normalità” Un reparto agli Spedali Civili di Brescia e una strada a Bergamo Sotto, il ministro Speranza
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