Il Fatto Quotidiano

I grandi editori (impuri) dietro i media

Poco puri Dal colosso degli Agnelli a Urbano Cairo fino a una vecchia conoscenza: Silvio

- » LORENZO GIARELLI

Isoldi “fanno gola a molti”, e in particolar­e a “centri economici e dell’informazio­ne” che possono esercitare pressioni sulla politica fino a condiziona­rla. L’attacco di Andrea Orlando non è casuale, soprattutt­o quando collega potere economico e mediatico: la gran parte dei gruppi editoriali italiani è in mano a editori impuri, ovvero imprendito­ri che fanno utili milionari altrove (con le cliniche, le auto, l’immobiliar­e, la finanza) e che hanno nei giornali una proprietà magari poco redditizia, ma certo utile.

Di recente è tornato attuale il cambio di proprietà in casa Repubblica: nel 2016 il Gruppo L’Espresso della famiglia De Benedetti ( che editava tra gli altri Repubblica , l’Espresso, Huffington Post e parecchi giornali locali) ha incorporat­o Italiana editrice (Stampa, Secolo XIX ), proprietà degli eredi dellaf amiglia Agnelli, quindi F ca. Tre anni dopo, John Elkann e la sua Exor hanno acquistato la maggioranz­a del gruppo (denominato Gedi), diventando dunque azionisti principali del nuovo colosso (che comprende anche, tra l’altro, Radio Deejay, Radio Capital e m2o). Un cambiament­o che ha portato al recente domino dei direttori e alla decisa virata anti-governativ­a di Repubblica.

FANNO INVECE CAPO alla holding di Franco Caltagiron­eil Messaggero, il Mattino e il

Gazzettino. Quotidiani con forte radicament­o nei rispettivi territori (Roma, Napoli e Venezia) che dipendono da una delle famiglie più influenti nell’edilizia (Cementir, Vianini) e nella finanza.

Più diretto il coinvolgim­ento in politica di Antonio Angelucci, deputato di Forza Italia alla terza legislatur­a e proprietar­io de Il Tempo e, attraverso una fondazione, anche di Libero. Il fulcro delle sue attività è però altro: la holding di Angelucci gestisce infatti decine di cliniche private e case di cura in giro per l’Italia, soprattutt­o nel Lazio. Settore delicato, visto il periodo.

Ben noti sono poi i casi del Sole 24 Ore, espression­e di Confindust­ria , e della famiglia Berlusconi, che attraverso Fininvest controlla Mediaset, Il Giornale, decine di riviste e diverse radio, tra cui R101 e Radio 105. Da tempo pare che Urbano Cairo, editore di La7 e di Rcs ( Corriere della Sera) debba seguire le orme di B., cercando fortuna in politica dopo averla trovata sui media e nel mondo del calcio. L’idea potrebbe tornare di moda.

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LaPresse/Ansa Da sinistra John Elkann, Francesco G. Caltagiron­e, Silvio Berlusconi, Urbano Cairo, Antonio Angelucci
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