“Via Sanchez”: ricchi in corteo con le mazze da golf
SpagnaMadrid, i franchisti dicono no al lockdown: restano senza domestici e non possono andare nelle loro case in Galizia
Più che c ace ro lad as, sono state soprannominate pal os d e go l f ad a s . Le proteste contro la gestione della crisi del Covid-19 da parte del governo di Pedro Sánchez nel lussuoso quartiere Salamanca di Madrid hanno già più meme che cronaca, dopo che nelle “cinque giornate del miglio d’oro” si è visto anche un uomo agitare in segno di dissenso una mazza da golf, in mezzo alle pentole. Quelle, di gran pregio, suonate da un centinaio di abitanti di uno dei distretti più ricchi della capitale di Spagna, al 90% votante del Pp, da poco travasati anche all’ultradestra di Vox, al canto di “libertà”, “si dimetta Sánc he z ” e “via i rossi”, dietro mascherine con la bandiera franchista. Sì, perché “altro che Franco”, questa del lockdown è “dittatura”, si sono sgolate le signore dalla centralissima via Núñez de Balboa per le vie adiacenti alla sede dei Popolari.
INCREDULA persino la polizia, che chiamata dai cittadini per via degli assembramenti, pare abbia risposto: “Ma come? Una manifestazione in piena pandemia?”. Gli agenti hanno dovuto constatare l’evidenza: come un qualunque quartiere periferico, anche Salamanca contravviene alle regole sul distanziamento sociale: 136 multe per assembramento con le quali il quartiere di Vuitton e Prada passa in testa alla classifica del disordine. “Patriottico sarebbe rispettare le regole per salvare gli spagnoli”, ha criticato i “pijos” (fighetti) dal programma simil-Letterman, il presentatore del “Gr an Wyoming”. Nell’elegante rete di strade regolari e silenziose, dove sorgono gli edifici voluti dal marchese di Salamanca a metà ‘800 per accogliere l’aristocrazia madrilena bisognosa dei water quando Madrid era ancora un insieme di chabolas senz’acqua, la gente crede che Sánchez tenendo la Capitale alla fase 0 della “desescalada” e prolungando di un mese la quarantena stia impoverendo chi “paga le tasse”.
A NIENTE SERVE che i media ricordino loro che rappresentano quell’1% dei ricchi del Paese, che secondo l’Istat spagnolo fino al 75% di loro non vive del proprio lavoro, ma di rendita, e neanche che le donne che governano le loro case a 9.000 euro al mq nelle quali la metà di loro è nata e cresciuta ereditandole, sono in fila alla Comunità di Sant’E g id i o per un pasto caldo. Gli eredi del marchese, a cui neanche la guerra civile torse un capello – nella battaglia di Madrid il quartiere di Salamanca venne risparmiato da Franco perché abitato dai suoi – manifestano, “buttando all’aria lo sforzo di tutti”. C’è anche chi ipotizza che il governo socialista abbia ribaltato il segno del malcontento: non i più poveri si lamentano, ma i più ricchi. Deve essere questa la confusione a cui si è aggrappato Santiago Abascal, leader di Vox che prendendo spunto dalle palosd egolfada s del quartiere madrileno ha chiamato per il 23 a manifestare in tutto il Paese, dicendosi erede degli i nd ig n ad os del 2011. Quelli che oggi siedono al governo con Sánchez. Lui, eletto in uno dei quartieri più popolari di Madrid.