Odette e la vendetta contro la stupidità dell’uomo eccitato
Dai racconti apocrifi di Marivaux. C’era una volta un guascone tutto muscoli, Gaspard Duval, che girava per la Provenza vantandosi di essere andato a letto con la fanciulla più bella di Arles, Odette. Poiché al mondo piace credere il peggio di una ragazza incantevole, la menzogna si propagò nei villaggi, finché giunse alle orecchie della fanciulla innocente, finalmente edotta degli sguardi incrociati di donne severe e di uomini un po’meno, quando attraversava la piazza. Disperata, non voleva più uscire di casa, e dimagriva, al punto che un’amica, preoccupata, decise di intervenire, proponendole una vendetta gustosa. Si chiamava Constance: donna effervescente, aveva un marito, il vecchio senatore Adolphe Clément, uno di quei fissati della morale che vedrebbero l’oscenità nel teorema di Pitagora; e un amante, Martin. ( L’esclusività in amore è una menzogna universalmente ammessa). Un giorno che Gaspard era in paese, Odette indossò una veste di broccato che le lasciava nude le spalle d’avorio, e quasi esposti i seni succulenti; si pettinò la chioma color del miele; si spruzzò un profumo orientale che avrebbe sedotto il curato; e si incamminò. Appena Gaspard la vide, la fiancheggiò per omaggiarla di complimenti da guascone, la lingua penzoloni. Più Odette si ritraeva pudica, più Gaspard insisteva.
D’UN TRATTO, ormai folle di desiderio, il pisello imbizzarrito, fece per abbracciarla, ma Odette lo respinse con un ceffone: “Verrò a letto con te solo se mi aiuterai in una cosa”. “Tutto quello che vuoi!” disse Gaspard, che in quello stato supplice cominciava già a starle meno antipatico. “Tutto quello che vuoi!”. “La mia amica Constance sta con un vecchio decrepito, e stasera ha voglia di incontrarsi col suo manzo”. “Perché?”. “Così. A un segnale convenuto, ti farà entrare nella sua camera da letto. Indosserai il suo pigiama e la sua parrucca, e prenderai il suo posto nel letto, al buio, accanto al marito, che tanto è capace solo di russare, mentre lei passerà la notte dal suo amante”. Gaspard, che per scoparla sarebbe andato a letto anche con il curato, accettò. Quella notte, accanto ad Adolphe, Gaspard non chiuse occhio, timoroso di tradirsi, mentre il vecchio si rigirava sotto le coperte, ogni tanto raspandogli il collo con la barba. Soprattutto, era terrorizzato: e se quello, nel dormiveglia, avesse cominciato a pretendere da lui i propri diritti coniugali? Dopo una nottata che parve interminabile, un gallo cantò, convinto, come tutti i galli, che è il suo chicchirichì a far sorgere il sole. Constance aveva promesso che sarebbe tornata prima del risveglio del cornuto. D’un tratto, la porta della camera si spalancò con un botto, e Constance entrò, con Martin al suo fianco. Scoppiarono a ridere, vedendo il povero, pallido Gaspard che si faceva il segno della croce, certo che fosse giunta la sua ora. Il guascone si voltò verso il vecchio, a implorare perdono e pietà. Immaginate il suo scorno, quando scoprì, invece di Adolphe, Odette: era stato a letto con lei tutta la notte, senza fare altro che tremare di paura. Gaspard sedeva mortificato, fra le risate: aveva imparato la lezione. E poiché il suo pisello era notevole, Odette gli si concesse con gioia.