LE DIMISSIONI NATE SOTTO UN CAVOLO
per le intercettazioni. Lascia il dirigente del caso Palamara”. E ancora: “Via il capo di gabinetto Baldi: ‘Le mie dimissioni per tutelare il ministro e l’istituzione’”. La notizia di una nuova grana al ministero della Giustizia è importante e il Corriere della Sera dedica al fatto ampio spazio a pagina 22. L’articolo spiega ai lettori l’accaduto: il capo di gabinetto del ministro Bonafede è stato costretto a dimettersi per via delle registrazioni dei suoi colloqui e dialoghi WhatsApp con Luca Palamara in cui si dava da fare per piazzare “i nostri” al ministero. Il Corriere si dimentica di ricordare che Baldi è stato invitato a dimettersi subito dopo la pubblicazione di un articolo su ilfat
toquotidiano.it . Dettagli di scarsa importanza, il lettore ha chiaro il quadro della situazione. Meno agevole deve essere stato il compito dei lettori de La Ve
rità, cui viene comunicato a pagina 7 che “Bonafede resta solo al ministero. Si dimette pure il capo di gabinetto”. Motivo? “Telefonate (riportate nell’articolo sotto) che lo coinvolgono nell’indecoroso mercato che governa nomine ministeriali e promozioni dei magistrati”. Leggiamo l'articolo sotto e di nuovo non troviamo citato ilfattoquotidiano.it . Capita. Peccato però che non ci siano nemmeno le intercettazioni Palamara-Baldi. Infortuni del mestiere che capitano.