Il Fatto Quotidiano

“Dalla periferia romana ai Lego, ho imparato a stare in equilibrio”

L’INTERVISTA Un nuovo brano e un video girato durante l’isolamento: “L’estate sarà un terno al lotto, ma l’energia della musica può aiutare”

- » STEFANO MANNUCCI

o costruito buona parte di New York. E di San Francisco”.

Prego?

Ma sì, con i Lego. Ora mi hanno regalato il Big Ben, verrà alto mezzo metro, ci vorranno due settimane di lavoro. Ha trascorso così la quarantena, Elodie?

Non mi va di lasciare le cose a metà. Vale anche per le pulizie di casa, o quando mi distraggo con i videogioch­i. Sono esercizi che mi placano quando mi sento nervosa. E questo non è stato un periodo facile, per nessuno.

Con Fabio, il fidanzato che il pop conosce come Marracash, vi siete tirati i piatti? No ( ride). Abbiamo avuto discussion­i, come tutti. Lui non è un uomo facile e io sono una donna complicata. Ma adesso potremo andare a trovare i nostri amici, qui a Milano. Mahmood, Dardust... È una famiglia allargata: purtroppo non eravamo considerat­i congiunti.

Dardust è l’autore del suo nuovo singolo, “Guaranà”. Un perfetto tormentone estivo, con lei che nel video si tuffa in mare e passeggia in solitudine sulla spiaggia. Nel rispetto delle disposizio­ni...

Abbiamo girato a San Felice Circeo, viaggio di un giorno, andata e ritorno in Fase 1, mascherine e guanti per lo staff. Non sono neppure passata per Roma a trovare mia madre, non era permesso. L’estate 2020 sarà un terno al lotto: nessuno sa quando avremo un vaccino, e l’immunità di gregge non è un’opzione. Ma anche l’energia di una canzone può aiutare, nel suo piccolo, ad alleviare il peso psicologic­o che sentiamo addosso. Sono abituata da sempre alla precarietà, ma stavolta non sono io a decidere. E lo trovo frustrante.

Tanti impegni annullati nel momento del successo vero.

Chissà quando torneremo ai concerti. Si vede che doveva andare così. Ma non amo lamentarmi. Vivo con moderazion­e il rapporto con la carriera. Ho raggiunto un buon equilibrio con me stessa, so tenermi compagnia. Non mi dispiace trascorrer­e tempo con... Elodie. Una parte di me sfida sempre l’altra. Oddio, sembro matta, vero? Quanto si conosce, nel profondo?

Se cresci in ambienti complessi sai quale valore dare alle cose. Se un disco non va in classifica non è una sconfitta, devi solo trovare la tua strada. Mi entusiasmo di più a uscire con le amiche, mi godo le piccole cose. L’ho imparato da adolescent­e: vivevo al Quartaccio, zona Primavalle. Sono orgogliosa di avere lì le mie radici: papà romano, mamma delle Antille francesi, nel loro incontro c’è una ricchezza che mi ha formato il carattere. Nel mio Dna è impresso a fuoco che non sei mai un estraneo, ovunque tu sia. Il tuo Paese è dove vivi. Detto ciò, la periferia romana ti fortifica: i panni sporchi non vengono lavati in famiglia, la comunità non prevede segreti. Lì nessuno ha filtri nel confrontar­si con te, non troverai ipocriti. I falsi adulatori vengono subito smascherat­i, gli avversari ti dicono le cose a brutto muso. E tu devi replicare con lo stesso linguaggio. Che è l’unico codice accettato.

La bullizzava­no, da ragazzina?

Non particolar­mente. Tutti prendevano per il culo chiunque altro, era anche un modo di giocare. Se hai la lingua tagliente ti farai rispettare quando sei il bersaglio. A piccole dosi faccio ancora uscire, con gusto, la mia anima coatta. Meno di una volta, eh. Un giorno me ne pentii.

Quando?

Al liceo, con la prof di italiano, dedicavamo un’ora alla lettura dei giornali. Quel mattino commentava­mo la pena di morte, una mia compagna si disse favorevole. Una posizione dura, risposi con veemenza. Litigammo di fronte agli altri. Capii che la violenza verbale reciproca non è mai dialogo. Dovevo lavorare su me stessa. Dovrebbero farlo tutti. A leggere gli attacchi a Silvia Romano vien da pensare che la pandemia non abbia fatto riflettere nessuno. La gente non è lucida, nei momenti critici della storia. In troppi danno il peggio di sé. Dovrebbero pensare, prima di parlare. Ma questo è un limite dei social, anche senza l’emergenza del virus.

A Sanremo ci fu uno scontro con Marco Masini, che l’accusava di essere “trop po magra”.

Acqua passata. È giusto che esista il contraddit­torio, lo trovo onesto. Dipende da come ti esprimi. Io non sarò mai sospetta di esaltare l’anoressia, non inviterò altre ragazze a non mangiare. È che ho un metabolism­o che brucia calorie. Comunque risponderò sempre da pari a pari sia ai colleghi, sia ai fans o agli haters.

Come ne usciremo mentalment­e, da questa peste? Non migliori. Né nel rapporto con gli altri né in quello con l’ambiente. Siamo su questo pianeta da centinaia di migliaia di anni, ma la nostra evoluzione è ancora ai primi passi. Sarebbe l’ora di capire che non siamo i padroni della Terra, ma ospiti. Non possiamo comprarcel­a.

Lei intanto ha cambiato look: queste treccine afro...

Sono finte. È un modo di evadere, un ritorno alle origini. Me le ha fatte mia madre, come quando ero bambina. Da femminucci­a dovevo distinguer­mi dai maschietti. Prima dell’età dello sviluppo.

Il carattere ”Se un disco non va in classifica non è una sconfitta, devi solo trovare la tua strada Mi entusiasmo di più a uscire con le amiche, mi godo le piccole cose”

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Il giusto mix Elodie ha il padre romano e la madre delle Antille francesi

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