Deserto a Serravalle: la vita di ieri è rimasta appesa ai manichini
Riaperto il più grande outlet d'Europa
Ipiù felici sono i manichini. L’uomo che corre, la ragazza con il bikini fluo. Ti osservano mentre con la mascherina premi contro la vetrina. Tu che hai la pancetta post quarantena e i capelli lunghi stile New Trolls. Loro diventati statue di polistirolo: l’uomo prima del virus. La nostra vita di ieri.
Lunedì 18 maggio ore 10, riaprono le chiese e un altro tempio: l’outlet di Serravalle, il più grande d’Eu ro pa . Qui, al crocevia tra Milano, Torino e Genova, dove fino a marzo nel parcheggio vedevi uno accanto all’altro il monovolume che eruttava famiglie vocianti e la limousine nero specchiato da cui scendevano russe con minigonne inguinali. Qui dove approdavano pullman di cinesi e donne arabe con il burqa. Sei milioni e mezzo di visitatori l’anno, più di Pompei.
E adesso? Deserto. Alle dieci di ieri mattina riaprono i cancelli, ma nel parcheggio non c’è anima viva. Senti perfino le cicale.
Il paradiso dello shopping, ovunque cartelli che annunciano sconti mostruosi. Ecco l’ingresso, l’arco dove ti imbattevi in una muraglia umana. Ti aggiri solitario tra piazze e strade, in questo stile tra le città di Giorgio de Chirico e un ranch texano. Duecentoquaranta negozi tutti per te. Ma chissà quanto durerà; a giugno riapriranno i confini tra regioni e paesi europei e vedremo se sarà più forte la febbre del virus o quella dei saldi. Eppure già all’ingresso vedi quanto sia