Il monitoraggio è fondamentale, ma con questi numeri non funziona
La soglia abbassata da Speranza per mancanza di dati utilizzabili
▶IL SISTEMA di monitoraggio introdotto con il decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020sui dati epidemiologici e sulla capacità di risposta dei servizi sanitari regionali è “uno strumento fondamentale per la gestione della Fase 2”, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Tale sistema di monitoraggio si basa in gran parte sulla disponibilità e raccolta dei dati, che dalleRegioni vengono inviati al ministero. Peccato che il sistema di raccolta dei dati faccia acqua da tutte le parti. Un esempio è in questo grafico tratto dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in cui si vede che ben 9 Regioni nella settimana 4-10 maggio non hanno raggiunto il valore di soglia del 50% (la linea rossa è stata inserita da noi) di dati utilizzabili per il monitoraggio. Cosa ha fatto allora il ministero? Ha abbassato la soglia al 30%, per far così rientrare la maggior parte delle Regioni. Questo significa che 7 dati su 10 sono da scartare. “Forse non è chiara l’importanza di raccogliere bene i dati per effettuare un monitoraggio efficace” sottolinea il fisico Ricci-Tersenghi in un suo post. Abbiamo avuto due mesi di lockdown per preparare ilmonitoraggio emettere in sicurezza la Fase 2, possibile che non siamo ancora in grado di raccogliere i dati?