Il Fatto Quotidiano

Il monitoragg­io è fondamenta­le, ma con questi numeri non funziona

La soglia abbassata da Speranza per mancanza di dati utilizzabi­li

- GIORGIO SESTILI

▶IL SISTEMA di monitoragg­io introdotto con il decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020sui dati epidemiolo­gici e sulla capacità di risposta dei servizi sanitari regionali è “uno strumento fondamenta­le per la gestione della Fase 2”, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Tale sistema di monitoragg­io si basa in gran parte sulla disponibil­ità e raccolta dei dati, che dalleRegio­ni vengono inviati al ministero. Peccato che il sistema di raccolta dei dati faccia acqua da tutte le parti. Un esempio è in questo grafico tratto dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in cui si vede che ben 9 Regioni nella settimana 4-10 maggio non hanno raggiunto il valore di soglia del 50% (la linea rossa è stata inserita da noi) di dati utilizzabi­li per il monitoragg­io. Cosa ha fatto allora il ministero? Ha abbassato la soglia al 30%, per far così rientrare la maggior parte delle Regioni. Questo significa che 7 dati su 10 sono da scartare. “Forse non è chiara l’importanza di raccoglier­e bene i dati per effettuare un monitoragg­io efficace” sottolinea il fisico Ricci-Tersenghi in un suo post. Abbiamo avuto due mesi di lockdown per preparare ilmonitora­ggio emettere in sicurezza la Fase 2, possibile che non siamo ancora in grado di raccoglier­e i dati?

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