“Non demonizziamo i giovani”. “Possono veicolare il Corona”
Cecchi Paone e la virologa Gismondo
Maria Rita Gismondo dirige il laboratorio di microbiologia all’ospedale Sacco di Milano. In questi mesi di emergenza ha imparato a riconoscere l’aspetto più drammatico di Covid-19: il collasso delle terapie intensive, i morti, la disperazione dei loro familiari. Per questo a sentire nominare la movida e gli aperitivi, un po’ si arrabbia. “I ragazzi oggi hanno una grande responsabilità, devono capire che con i loro comportamenti rischiano concretamente di portare la malattia nelle persone anziane se non addirittura di provocarne la morte”.
Gli spritz aspetteranno?
I ragazzi non devono dimenticare il senso della responsabilità e del dovere. Le regole devono essere rispettate soprattutto in questi tempi di pandemia
Il comportamento dei giovani rischia di far nascere nuovi focolai?
Sarà una conseguenza quasi matematica. Perché se anche tutti loro stanno bene, ci può essere un portatore con pochi sintomi che può trasformarsi in un superdiffusore. Il virus così si può propagare. I ragazzi lo possono portare a casa dai genitori o dai nonni. E tutti noi abbiamo visto in che modo agisce il virus sulla popolazione anziana.
Il virus non pare aver perso di forza, particolare che forse i giovani non hanno ben presente.
Il virus non ha affatto cambiato faccia. Dalle nostre analisi si mostra molto costante. Per questo non è giustificabile l’al le n ta me nt o delle misure che vediamo nelle immagini della movida a Milano. In questo momento la minore aggressività alla quale assistiamo non è dovuta al comportamento del virus ma a un miglioramento della nostra gestione della malattia. Un po’ tutti abbiamo capito cosa significa proteggerci e stare distanti l’uno dall’altro. Quello che avverrà in futuro non lo sappiamo, sappiamo però che con queste misure abbiamo ottenuto un calo dei contagi e dei decessi.
Messa così, difficile pensare di tenere aperta la movida.
Basta osservare i dati. Con la riapertura dopo il lockdown in Lombardia dove c’è una maggiore esplosione della movida abbiamo visto un incremento di casi positivi e anche un incremento di ricoverati. Il campanello d’allarme dunque è già suonato. Per ora fortunatamente le terapie intensive non sono tornate a salire. A metà marzo abbiamo visto il volto più cattivo dell’eme rgen za, quando cioé il virus sfugge di mano. Se noi oggi riprendiamo a favorire i contatti rischiamo seriamente di tornare indietro.
Pare di capire che il tema della movida sia in realtà un problema di responsabilità da parte dei giovani. È così. Ed è anche un problema culturale. La questione movida è la riprova della cronica mancanza di fiducia verso le istituzioni. Per questo dico ai ragazzi: fate in modo che non vi si tolga la movida, siete voi i responsabili della chiusura.
Dico ai giovani: fate in modo che non vi si tolga la movida, siete voi gli artefici della chiusura