Il Fatto Quotidiano

Bonafede: “Csm, subito la riforma anti-correnti”

Il caso Palamara&C. sfascia l’Anm

- » ANTONELLA MASCALI

■ Dopo le dimissioni dei vertici dell’Anm, nelle mailing list dei magistrati proseguono le accuse. In giunta resta solo la corrente di Davigo. Nelle chat le pressioni del segretario del Consiglio De Sensi per la promozione: “Chiamo la Lega?”

L’Associazio­ne nazionale magistrati allo sbaraglio. Regna l’assoluta incertezza sulla possibilit­à, o meno, che stasera, il suo parlamenti­no riesca a formare una nuova Giunta dopo le dimissioni dei vertici sabato sera. E quindi non si sa che fine facciano le elezioni di ottobre, fissate nelle settimane scorse dopo essere state rimandate a marzo, causa Covid.

È talmente lampante che dentro l’Anm regni il caos per lo scandalo nomine, che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è intervenut­o per rilanciare la sua riforma del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratu­ra. L’aveva già anticipata a novembre proprio al congresso nazionale dell’Anm a Genova , quando ha dovuto rinunciare alla sua idea del sorteggio per le barricate del sindacato delle toghe e del Pd, nuovo alleato di Governo. Ora annuncia che ci sarà in tempi brevi: "Il vero e proprio terremoto che sta investendo la magistratu­ra italiana dopo il cosiddetto caso Palamara - scrive su Facebook Bonafede - impone una risposta tempestiva delle istituzion­i. Ne va della credibilit­à della magistratu­ra, a cui il nostro Stato di diritto non può rinunciare. Questa settimana porterò all’attenzione della maggioranz­a il progetto di riforma” con nuovi criteri per le nomine “ispirati soltanto al merito” e, conclude il ministro, ci sarà pure la “la netta separazion­e tra politica e magistratu­ra con il blocco delle cosiddette porte girevoli”.

LE CORRENTI STORICHE sono squassate dalla prova del sistema spartitori­o delle nomine emersa con le intercetta­zioni di decine e decine di magistrati mentre parlano o si scrivono con Luca Palamara, ex potente consiglier­e del Csm, toga di Unicost (la corrente centrista), indagato a Perugia per corruzione. Palamara aveva come sponda principale Cosimo Ferri, magistrato in aspettativ­a da anni, deputato renziano, ma sempre leader ombra di Magistratu­ra Indipenden­te (destra). Nelle intercetta­zioni anche alcuni magistrati di Area, la corrente progressis­ta.

Quanto si è consumato sabato sera, dopo 9 ore di riunione, con le dimissioni dei vertici - il presidente Luca Poniz e il segretario Luigi Caputo - e la fuoriuscit­a dalla Giunta delle loro correnti Area e Unicost, fa capire più di ogni altra cosa il momento drammatico dell’associazio­ne. Un vero e proprio psicodramm­a, che continua. Ieri, Area è passata al contrattac­co, evidenteme­nte per segnare la differenza con Unicost, pesantemen­te chiamata in causa, insieme a Magistratu­ra Indipenden­te, dalle intercetta­zioni di Perugia. La corrente progressis­ta accusa Unicost di aver fatto "un passo indietro" sulla questione morale e aggiunge: sabato “è emerso che Unicost non sembra in grado di mantenere la posizione di fermezza assunta un anno fa”. Ma Unicost rilancia con questa spiegazion­e al vetriolo della propria fuoriuscit­a: “Non abbiamo rinvenuto nella componente di Area, né sul metodo di lavoro né sui contenuti, una fattiva disponibil­ità a un cambio di passo, né una volontà a fare ciò che da maggio scorso noi stiamo facendo: una necessaria, seria e profonda autocritic­a in merito ad un sistema che ha condotto al carrierism­o e al correntism­o, come emerge dalle chat pubblicate giorno dopo giorno”.

Durante la riunione di sabato sera erano volati stracci tra Area e Unicost quando Luisa Savoia (Area) ha chiesto conto ad Angelo Renna (Unicost) delle intercetta­zioni in cui l’ha definita con Palamara una candidata a procurator­e aggiunto di Milano “da fottere”. Renna ha chiesto scusa e si è dimesso dalla Giunta. Ma non è bastato. Giovanni Tedesco, Area, si legge in mailing list, “ha detto che Renna doveva andarsene proprio dal Cdc”. E Renna si è così dimesso pure dal parlamenti­no. In Giunta è rimasta solo Autonomia e Indipenden­za. La corrente fondata pochi anni fa da Davigo, Ardita, Pepe e Maddalena è quella uscita indenne dalle intercetta­zioni sulla spartizion­e delle nomine e pensa, per questo, di avere successo alle elezioni: così sta provando a convincere Unicost e Area a fare una Giunta transitori­a in vista del voto. “Comprendo la difficoltà dei gruppi - dice il coordinato­re Michele Consiglio - ma auspico un ripensamen­to per senso di responsabi­lità. Abbiamo preso l’impegno di condurre l’Anm fino al voto, bisogna reggere le difficoltà anche se le sedie bruciano”. E bruciano molto.

Le intercetta­zioni Salta tutto dopo la pubblicazi­one delle conversazi­oni con Palamara

Il ministro

Il Guardasigi­lli passa al contrattac­co e annuncia nuove regole "in tempi brevi"

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Ansa Il ministro A.Bonafede
 ?? Ansa ?? Assemblea Una riunione dell'associazio­ne nazionale magistrati. A destra, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
Ansa Assemblea Una riunione dell'associazio­ne nazionale magistrati. A destra, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
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