Bonafede: “Csm, subito la riforma anti-correnti”
Il caso Palamara&C. sfascia l’Anm
■ Dopo le dimissioni dei vertici dell’Anm, nelle mailing list dei magistrati proseguono le accuse. In giunta resta solo la corrente di Davigo. Nelle chat le pressioni del segretario del Consiglio De Sensi per la promozione: “Chiamo la Lega?”
L’Associazione nazionale magistrati allo sbaraglio. Regna l’assoluta incertezza sulla possibilità, o meno, che stasera, il suo parlamentino riesca a formare una nuova Giunta dopo le dimissioni dei vertici sabato sera. E quindi non si sa che fine facciano le elezioni di ottobre, fissate nelle settimane scorse dopo essere state rimandate a marzo, causa Covid.
È talmente lampante che dentro l’Anm regni il caos per lo scandalo nomine, che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è intervenuto per rilanciare la sua riforma del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura. L’aveva già anticipata a novembre proprio al congresso nazionale dell’Anm a Genova , quando ha dovuto rinunciare alla sua idea del sorteggio per le barricate del sindacato delle toghe e del Pd, nuovo alleato di Governo. Ora annuncia che ci sarà in tempi brevi: "Il vero e proprio terremoto che sta investendo la magistratura italiana dopo il cosiddetto caso Palamara - scrive su Facebook Bonafede - impone una risposta tempestiva delle istituzioni. Ne va della credibilità della magistratura, a cui il nostro Stato di diritto non può rinunciare. Questa settimana porterò all’attenzione della maggioranza il progetto di riforma” con nuovi criteri per le nomine “ispirati soltanto al merito” e, conclude il ministro, ci sarà pure la “la netta separazione tra politica e magistratura con il blocco delle cosiddette porte girevoli”.
LE CORRENTI STORICHE sono squassate dalla prova del sistema spartitorio delle nomine emersa con le intercettazioni di decine e decine di magistrati mentre parlano o si scrivono con Luca Palamara, ex potente consigliere del Csm, toga di Unicost (la corrente centrista), indagato a Perugia per corruzione. Palamara aveva come sponda principale Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa da anni, deputato renziano, ma sempre leader ombra di Magistratura Indipendente (destra). Nelle intercettazioni anche alcuni magistrati di Area, la corrente progressista.
Quanto si è consumato sabato sera, dopo 9 ore di riunione, con le dimissioni dei vertici - il presidente Luca Poniz e il segretario Luigi Caputo - e la fuoriuscita dalla Giunta delle loro correnti Area e Unicost, fa capire più di ogni altra cosa il momento drammatico dell’associazione. Un vero e proprio psicodramma, che continua. Ieri, Area è passata al contrattacco, evidentemente per segnare la differenza con Unicost, pesantemente chiamata in causa, insieme a Magistratura Indipendente, dalle intercettazioni di Perugia. La corrente progressista accusa Unicost di aver fatto "un passo indietro" sulla questione morale e aggiunge: sabato “è emerso che Unicost non sembra in grado di mantenere la posizione di fermezza assunta un anno fa”. Ma Unicost rilancia con questa spiegazione al vetriolo della propria fuoriuscita: “Non abbiamo rinvenuto nella componente di Area, né sul metodo di lavoro né sui contenuti, una fattiva disponibilità a un cambio di passo, né una volontà a fare ciò che da maggio scorso noi stiamo facendo: una necessaria, seria e profonda autocritica in merito ad un sistema che ha condotto al carrierismo e al correntismo, come emerge dalle chat pubblicate giorno dopo giorno”.
Durante la riunione di sabato sera erano volati stracci tra Area e Unicost quando Luisa Savoia (Area) ha chiesto conto ad Angelo Renna (Unicost) delle intercettazioni in cui l’ha definita con Palamara una candidata a procuratore aggiunto di Milano “da fottere”. Renna ha chiesto scusa e si è dimesso dalla Giunta. Ma non è bastato. Giovanni Tedesco, Area, si legge in mailing list, “ha detto che Renna doveva andarsene proprio dal Cdc”. E Renna si è così dimesso pure dal parlamentino. In Giunta è rimasta solo Autonomia e Indipendenza. La corrente fondata pochi anni fa da Davigo, Ardita, Pepe e Maddalena è quella uscita indenne dalle intercettazioni sulla spartizione delle nomine e pensa, per questo, di avere successo alle elezioni: così sta provando a convincere Unicost e Area a fare una Giunta transitoria in vista del voto. “Comprendo la difficoltà dei gruppi - dice il coordinatore Michele Consiglio - ma auspico un ripensamento per senso di responsabilità. Abbiamo preso l’impegno di condurre l’Anm fino al voto, bisogna reggere le difficoltà anche se le sedie bruciano”. E bruciano molto.
Le intercettazioni Salta tutto dopo la pubblicazione delle conversazioni con Palamara
Il ministro
Il Guardasigilli passa al contrattacco e annuncia nuove regole "in tempi brevi"