Ecco il patto di Palamara con la corrente di sinistra
Le inutili pressioni del segretario De Sensi (MI) per le nomine e le promozioni
Quando nel marzo 2018 si gioca la partita per il vice segretario del Csm il telefono di Luca Palamara è bollente. L’attuale componente della segreteria del Consiglio, Baldovino De Sensi, vicino alla corrente Mi, lo pressa con decine di messaggi.
È il caso di spiegare che la nomina del vice segretario è di tipo amministrativo e non è legata al rinnovo del Csm. Il Presidente della Repubblica, che presiede il Csm, viene interpellato per questo tipo di nomine perché si tratta di figure con le quali interloquisce costantemente. Infatti avviene su proposta del comitato di presidenza. La candidatura gradita al Colle era quella di Gabriele Fiorentino ma da mesi non veniva messa in calendario. Baldovino De Sensi nel febbraio 2018 inizia a tempestare di messaggi Palamara. Il 15 febbraio gli suggerisce addirittura di far modificare le regole: “Bisogna far modificare la norma e prevedere 2 vice segretari generali”. La pressione è costante.
De Sensi è convinto che Palamara lo “fregherà” e quest’ultimo gli risponde: “E vabbè, se dici questo mi arrendo”. De Sensi a quel punto rompe gli argini: “Uno si può arrendere se prima ha fatto qualcosa: Non mi sembra che tu abbia combattuto per me o per A... Per ora siamo stati solo umiliati, soprattutto lei. E tutto era nelle tue mani, che ti saresti potuto limitare a dire che il VSG (vice segretario generale, ndr) lo avrebbe fatto il più meritevole, per profilo e impegno in questa consiliatura - e non per diritto successorio - e così lei sarebbe entrata al posto mio. Invece così il VSG andrà immeritatamente a qualcuno, solo perché di Area, e noi due, che confidavamo anche sul tuo appoggio, prenderemo solo schiaffi”. De Sensi ipotizza che, con il passaggio a vice segretario generale, il suo posto da magistrato segretario del Csm passerà a una donna, di nome A., magistrato di cui non fa il cognome (pertanto usiamo solo l’iniziale).
IL 26 MARZO si interessa ad alcune nomine: “Però avevamo detto che ad Ancona mandavamo Francesca Ercolini. Scusa la Ragaglia la mandiamo a PSA (presidente sezione appello, ndr). Ancona al posto di Fanuli che è andato a PT Pesaro”.“Per te tutto ok” scrive Palamara il 28 marzo a De Sensi. “Per me cosa? Parliamo di Ancona? Quindi votiamo la Ercolini?”. “Si” gli risponde Palamara. Non abbiamo dubbi sulla professionalità dei magistrati citati, ma riportiamo questa conversazione per dovere di cronaca. In quei giorni, di chi dovrà diventare segretario generale, Palamara parla spesso con il consigliere di Area Valerio Fracassi. Che il 27 marzo gli scrive: “Hanno comitato di presidenza questa mattina. Giovanni (Legnini, ndr) lo sento strano. Spingi su Fuzio (Riccardo, all’epoca procuratore generale della Cassazione, membro del comitato di presidenza del Csm, ndr) per rinvio alla prossima su vice-segr (... hanno aspettato tanto). Erbani non può imperversare così...”. Fracassi descrive Stefano Erbani, consigliere giuridico del presidente Mattarella, come piuttosto interventista su una una nomina che però coinvolge il Colle.
IL 28 APRILE 2019 De Sensi, tramontata l’ambizione da vice segretario, punta al ministero di Giustizia. Vuole l'incarico per il quale è in pole position Barbara Fabbrini, attuale capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria (Dog). “Parla con Giovanni (Legnini, ndr) e fatemi andare al posto della Fabbrini: DG personale e formazione. Il mio profilo avendo fatto il Direttore della Scuola, è perfetto (...)”. Il 31 maggio torna alla carica: “Come ci muoviamo? Che chiediamo per me? Non credo che Buonafede confermerà la Fabbrini Capo Dipartimento. Se è così non mi libera D.G. Provi a chiedere Vice DOG? (...)”. E ancora: “Bonafede... Domani lo vedi al Quirinale...”. Incontro mai avvenuto. Il 12 giugno insiste: “Luca la Fabbrini sarà nominata sicuramente Capo dipartimento perché è stata affidataria di Pucci (Leonardo, vice capo gabinetto del ministero di Giustizia, ndr) ed è ormai sicuro. Come dobbiamo fare per bloccare il suo attuale posto di DG? Guarda che sta facendo la squadra”. E ancora: “Cerca di capire se il mio nome è arrivato veramente... E se mi devo muovere con la Lega... Ma Baldi (ex capo di gabinetto di Bonafede, ndr) quando lo vedi?”.
Cerca di capire se il mio nome è arrivato veramente... E se mi devo muovere con la Lega... Ma Baldi quando lo vedi? BALDOVINO
DE SENSI