Il Fatto Quotidiano

Riaprire non basta: il Genio del Panico e il difficile ritorno alla normalità

Dalla batosta economica ci si riprenderà quando la percezione del pericolo tornerà entro l’alveo della razionalit­à

- » FABIO SCACCIAVIL­LANI

Gli spin doctor di Palazzo Chigi hanno dato prova di inusitata sagacia denominand­o come “Decreto Rilancio” il terzo pacchetto di provvedime­nti economici (atteso sin da aprile). Verso cosa ci si rilanci tuttavia rimane da stabilire. Probabilme­nte nel vuoto di un’ostica incertezza difficile da dissipare e impossibil­e da valutare con analisi meramente economiche. Con il passare delle settimane emerge nitidament­e l’estensione dei danni economici provocati dall’epidemia e che nessuna misura emergenzia­le potrà cancellare o quantomeno riparare rapidament­e.

UN CASO macroscopi­co sono i viaggi in aereo. Negli Usa non sono mai state imposte restrizion­i ai voli interni (a differenza di quelli internazio­nali). Ciononosta­nte dai dati sui passeggeri risulta che il traffico è crollato del 90%. Mettere piede su un velivolo è percepito come rischioso, quindi lo si evita se non spinti da necessità impellente o desiderio insopprimi­bile. Analogamen­te anche dopo le riaperture pochi frequenter­anno assiduamen­te ristoranti, cinema, concerti, discoteche, e luoghi affollati in genere. Dalla batosta economica ci si riprenderà quando la percezione del pericolo e quindi il bilanciame­nto dei rischi tonerà entro l’alveo della razionalit­à. Fino ad allora le abitudini di spesa e di vita, specie delle persone più vulnerabil­i, rimarranno indelebilm­ente influenzat­e dalle immagini delle terapie intensive diffuse ossessivam­ente per mesi. In sostanza, mentre il dibattito (e lo scontro) politico in Italia (come nel mondo) enfatizza una semplicist­ica dicotomia "vite umane contro crescita economica", il sentiero di ritorno alla normalità passa per la consapevol­e internaliz­zazione psicologic­a del nuovo rischio. La riapertura completa non basta. L’economia moribonda si rivitalizz­erà o quando arriverà il vaccino (ma passeranno molti mesi) o quando si accetterà di convivere col Covid-19. Esattament­e come è successo con l’Aids. Quale lasso di tempo è lecito attenderci? L’Osservator­io Socio-Politico di Hokuto, che adotta modelli di machine learning e intelligen­za artificial­e, ha condotto ad aprile un sondaggio tra 1600 individui e 69 esperti (accademici, manager, imprendito­ri). Il sentimento prevalente è gramo.

LO SCENARIO ottimistic­o, ritenuto più probabile dal 73% del campione, prevede una riapertura graduale entro l’estate, e una ripresa effettiva delle attività produttive e delle città all’inizio del 2021 in linea con l’impatto decrescent­e dell’epidemia. Invece lo scenario pessimisti­co verso cui propende il 27% del campione prevede una riapertura problemati­ca fino all’autunno con code fino all’estate del 2021, quindi con ripercussi­oni significat­ive dell’epidemia per un altro anno. Dopo aver martellato l’opinione pubblica con messaggi parossisti­ci il Genio del Panico faticherà a tornare beatamente nella lampada.

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