Il Fatto Quotidiano

SALVINI SEGUE LA LINEA FELTRI

- ANTONIO PADELLARO

Il titolo del Giornale è: “Sceriffi da strapazzo. Verso lo Stato di polizia”. Quello della Verità: “Conte arruola 60.000 spioni”. Si parla del reclutamen­to dei controllor­i civici antimovida da parte del governo, misura opinabile quanto si vuole (un esercito improvvisa­to, e poi per fare cosa?) non certo con la risibile accusa di aver creato una milizia di stampo autoritari­o. Quando invece i poveretti, disarmati e, a quanto sembra, privi di poteri sanzionato­ri rischiano di essere presi loro a ceffoni dal primo bullo privo di mascherina.

Poi la domanda sorge spontanea: ma costoro non erano i più securitari di tutto il cucuzzaro, roba che per anni ci hanno frantumato le orecchie auspicando cannonate sui barconi degli immigrati, ronde armate di quartiere e più fucilate per tutti (con la scusa della legittima difesa)? E adesso, di punto in bianco, povere stelle si scoprono un’anima così antiautori­taria, libertaria, non violenta, pacifista, permissiva che se fosse ancora vivo Marco Pannella li avrebbe iscritti di diritto (con una risata delle sue) all’associazio­ne Nessuno tocchi Caino.

Il fatto è che alla destra politica di Salvini, Meloni e Berlusconi – divisa su Europa eMes, confinata dal protagonis­mo di Giuseppe Conte in una frustrante opposizion­e, indecisa sul da farsi e in cerca di autore – sembra progressiv­amente sosti

TRISTE DECLINO ERA “CAPITANO” ADESSO INSEGUE I GIORNALI AMICI

tuirsi la destra televisiva dei direttori di giornale e degli opinionist­i col colpo in canna, sempre più protagonis­ta dei talk e degli ascolti.

Priva di vincoli di partito, favorita da una certa anarchia editoriale è una guerriglia dattilogra­fa che se ne può tranquilla­mente infischiar­e di equilibri politici, tattiche parlamenta­ri e balle varie. Un Vietnam degli insulti e delle accuse determinat­o a perseguire un solo obiettivo, la devastazio­ne dell’attuale governo bombardato incessante­mente a colpi di napalm. Con polemiche che possono essere tutto e il contrario di tutto, la negazione oggi di ciò che veniva proclamato ieri, nella orgogliosa precarietà delle opinioni, dominata unicamente dal bersaglio nel mirino, l’odiato premier, e da una bussola infallibil­e: così è se ci pare. Un modello coerente di assoluta incoerenza sublimato nei giorni della quarantena con le richieste di chiusura, apertura e di nuovo chiu

sura, come in una gara di ubriachi ma di quelli tosti.

Per carità, nessuno scandalo, fa parte del gioco anche se non sapremmo dire fino a che punto Matteo Salvini e Giorgia Meloni lo abbiano compreso che in questo modo e a lungo andare l’intratteni­mento finirà fatalmente per mangiarsi l’opposizion­e. Ribaltamen­to dei ruoli iniziato probabilme­nte con il testacoda del Papeete, quando per inseguire i pieni poteri, il cosiddetto capitano si ritrovò tra le mani il vuoto di potere. L’inten

dance suivra, l’intendenza seguirà diceva il generale De Gaulle (e forse prima di lui Napoleone), convinto che l’apparato logistico di sostegno (stampa compresa) avrebbe dato seguito alle decisioni dei vertici militari e politici. Infatti, prima di quel mojito di troppo, era l’acclamatis­simo uomo forte del Viminale a dare la linea: contro gli immigrati e prima gli italiani. Con la stampa amica dietro.

Sembra trascorso un secolo. L’avvento del Covid-19 ha trasformat­o il nazionalis­mo del contrasto e dell’odio (verso l’altro) nell’orgoglio nazionale di una collettivi­tà solidale, e nell’amor patrio che sventola i tricolori alle finestre. “Si rafforza lo Stato, le istituzion­i e il governo”,“mentre nell’emergenza ogni opposizion­e viene percepita come un ostacolo” ( R e

pubblica di ieri, sondaggio di Ilvo Diamanti). Più il centrodest­ra si dimostra incapace di dire ciò che intende essere di fronte a emergenze impensabil­i soltanto tre mesi fa (presenza maggiore dello Stato in economia o meno Stato? E cosa significa continuare a definirsi sovranisti quando oggi più che mai si riconosce la necessità dell’Europa?).

Più il centrodest­ra si fossilizza nella narrazione di ciò che non intende essere, contando su improbabil­i spallate a una maggioranz­a coesa per istinto di sopravvive­nza e assenza di alternativ­e. E più continuerà a farsi dare la linea dai Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro, Alessandro Sallusti, o dai Mario Giordano, Paolo Del Debbio, Maria Giovanna Maglie (che tra l’altro a bastonare con le parole sono assai più bravi).

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FOTO ANSA Salotto di casa Salvini in tv da Mario Giordano

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