Il Fatto Quotidiano

Ricoveri Fund

- » Marco Travaglio

Il Paziente Zero, ormai è chiaro, non lo troveremo mai. Ma per l’Impaziente Zero c’è solo l’imbarazzo della scelta. Stormi di menagramo appollaiat­i sui cornicioni di Palazzo Chigi attendevan­o da mesi l’uscita del feretro di Giuseppe Conte, il noto pirla capitato lì per caso e destinato a morte sicura per unanime decisione dei commentato­ri che la sanno lunga. Restava solo da stabilire chi avrebbe premuto il grilletto, ma i candidati al ruolo di killer erano legione. L’uno valeva l’altro. Poteva essere il mitico ministro della Giustizia Usa, autore del leggendari­o Rapporto Barr di imminente pubblicazi­one destinato a smascherar­e le trame del premier con i Servizi per passare segreti di Stato a Trump in cambio del celebre tweet pro “Giuseppi”. Poi purtroppo è andata com’è andata: Barr non ha sbugiardat­o nessuno e l’unica cosa che ha rischiato di uscire non è il Rapporto Barr, ma Barr, a calci. Poteva essere il Cazzaro Verde dopo l’annunciato trionfo in Emilia. Poi purtroppo è andata com’è andata: prima suonava ai citofoni altrui, ora si telefona da solo e non si risponde.

Poteva essere l’Innominabi­le, da sempre ansioso di liberarsi del premier con i più svariati pretesti (la prescrizio­ne, le manette agli evasori, il Mes, l’Ilva, Alitalia, Atlantia, la Fase1, la Fase2, gli orari delle conferenze stampa del premier, i Dpcm al posto dei decreti, i decreti al posto dei Dpcm, la svolta autoritari­a, Bonafede, un’unghia incarnita), per metterci al posto ora Cantone, oraDraghi, ora Giorgetti, ora Franceschi­ni, ora Bertolaso, ora Sassoli, ora Colao, ora sua zia. Poi purtroppo è andata com’è andata: l’unica cosa di cui l’Innominabi­le s’è liberato è il suo partito, che nei sondaggi rantola sull’1,5% e sta per finire alla voce “Altri”. Poteva essere Di Maio, dato regolarmen­te in rotta di collisione col premier, come del resto l’intero M5S, sempre descritto nel caos, in rivolta, in scissione, nell’abisso, nel baratro, nella bara. Poi è andata co m’è andata: anche grazie a Conte, Di Maio sale nei sondaggi e pure i 5Stelle, anche con un capo provvisori­o non proprio carismatic­o come Crimi. Poteva essere il Pd, da tutti dipinto come scontento e stufo marcio del premier e ansioso di metterci al posto ora Cantone, ora Draghi, ora Giorgetti, ora Franceschi­ni, ora Bertolaso, ora Sassoli, ora Colao, ora Giovanni Rana. Poi è andata com’è andata: Conte è sempre lì e il Pd, fingendosi morto, tallona la Lega. Poteva essere la gestione della Fase1, ovviamente disastrosa perché il governo non si decideva a imitare il prodigioso “modello Lombardia”. Poi è andata com’è andata: il lockdown all’italiana è stato preso a modello da tutta Europa, il modello Lombardia un po’ meno.

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