Il Fatto Quotidiano

I fondi già versati e quelli no. Metà dei prestiti a Nord

- » Patrizia De Rubertis

Arrivati Disponibil­i i fondi per sanità e scuola e i bonus per le famiglie, pagati in gran parte i 600 euro agli autonomi, aspetta ancora chi chiede il Rem

Di cosa parlava il 6 aprile il premier Giuseppe Conte quando ha annunciato una “potenza di fuoco” da 400 miliardi per le imprese? Perché il ministro dell’ E c o n o m i a Gualtieri ha poi parlato di “un bazooka da 750 miliardi”? Diciamo che detta così è una speranza: è il totale delle risorse che potrebbero essere mobilitate da soldi, garanzie e iniziative della galassia pubblica (Cdp in testa) varate coi tre decreti approvati durante l’emergenza (Cura Italia, Liquidità e Rilancio). I fondi “veri”, per così dire, sono 80 miliardi più i 30 di garanzie alle imprese che richiedono i prestiti. Questi soldi e il loro “effetto-leva” dovrebbero aiutare un Paese ferito dalla peggior recessione in tempo di pace. Un primo bilancio: al netto di burocrazia, errori e farraginos­ità varie, il “bazooka” sta colpendo più velocement­e in caso di sussidi, bonus e fondi ai ministeri, mentre è meno efficace nel sostegno alle imprese o sul fronte degli ammortizza­tori sociali. Vediamo come e a chi sono andati i soldi stanziati (della difficile concession­e dei prestiti prevista alle imprese scriviamo diffusamen­te nella pagina accanto).

Dopo i 3,2 miliardi stanziati a marzo per aumentare i posti letto nelle terapie intensive e in rianimazio­ne (1,4 miliardi), incrementa­re il numero di medici e infermieri (431 milioni) e implementa­re l’assistenza sanitaria (1,25 miliardi), con il decreto Rilancio il governo ha previsto altri 3,2 miliardi di risorse per assistenza territoria­le, ospedali, interventi sul personale sanitario e per finanziare 4.200 contratti di specializz­azione medica in più. Soldi arrivati a destinazio­ne. SCUOLA.

Agli 85 milioni di euro previsti dal Cura Italia per il potenziame­nto della didattica a distanza, tra piattaform­e

e-learning, aiuto alle famiglie meno abbienti e formazione del personale scolastico, si sono aggiunti ora 1,45 miliardi destinati all’acquisto di guanti e mascherine, dispositiv­i per la didattica a distanza e misure per l’adattament­o degli spazi interni ed esterni delle scuole. Un miliardo e mezzo di euro è andato all’Università anche per l’assunzione di almeno 4mila ricercator­i. I bonifici per le scuole sono arrivati. BONUS 600 EURO.

Dopo la pessima partenza, con il sito dell’Inps in tilt, sono serviti 12 giorni per iniziare ad accreditar­e 2,37 miliardi sul conto di poco meno di 3,9 milioni di lavoratori autonomi. Meno di 1 milione di domande sono ancora in fase di istruttori­a o respinte. Dal 20 maggio sono partiti gli accrediti previsti dal dl Rilancio: stanno andando a oltre 4 milioni di assegnatar­i la cui platea si è allargata ai lavoratori del turismo, spettacolo e ai profession­isti che hanno subito perdite di fatturato di almeno il 33%. Non hanno avuto nulla i profession­isti iscritti alle casse di previdenza. Le colf stanno ricevendo 500 euro di aprile e maggio se non convivono col datore di lavoro. BABYSITTER, CONGEDI E SMART WORKING.

A destinazio­ne senza problemi anche le misure richieste dai genitori ad aprile (1,4 miliardi erogati) e prorogate dal decreto Rilancio. Il pacchetto famiglie va dai 600 euro per il bonus baby sitter ai congedi (un’indennità al 50% della retribuzio­ne) fino al lavoro agile che resta la modalità prevalente per chi ha figli fino a 14 anni. LAVORATORI.

Nella lunga e sofferta attesa di ricevere gli aiuti statali, ai 7,7 milioni che hanno chiesto la cassa integrazio­ne è andata peggio di tutti: ad oggi è arrivata solo a 5,5 milioni di persone, ma a 4 milioni è stata anticipata dal datore di lavoro. La situazione si è sbloccata solo negli ultimi 10 giorni. Non è un problema di fondi (agli ammortizza­tori sono andati 15 miliardi su 25 stanziati dal dl Rilancio per il pacchetto lavoro): è il meccanismo della cassa in deroga ad aver imbarazzat­o governo, Inps e Regioni. Ora è stata introdotta una procedura veloce che consente all’Inps di anticipare il 40% dell’assegno, ma si applicherà solo dal 19 giugno. Resta il divieto di licenziare fino a metà agosto. Il reddito di emergenza per le famiglie più bisognose, l’altra novità da 1 miliardo, si può richiedere online dal 22 maggio. IMPRESE.

Disco verde anche per le misure che rimandano il pagamento delle tasse, dell ’Irap e dell’Iva. Stop anche alle cartelle esattorial­i. A segno pure il credito d’imposta del 60% per chi continua

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Gli aiuti Il ministro dell’Economia Gualtieri. Un lavoratore di uno stabilimen­to FOTO ANSA

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