Il Fatto Quotidiano

“Non c’è obbligo di allearci col Pd anche nelle città”

CHIARA APPENDINO La sindaca di Torino: “È stato giusto creare il governo con i dem, però non è detto che l’alleanza si debba fare anche nelle città”

- » Luca De Carolis

Arriva quasi correndo di fronte alla videocamer­a: “Mi chiede come sto? Teniamo duro”. La sindaca di Torino Chiara Appendino sta come molti altri sindaci alle prese con l’emergenza da coronaviru­s. Ma ha voglia di parlare, di tutto. Il reggente del M5S Vito Crimi ha aperto alla cancellazi­one del vincolo del doppio mandato per i sindaci, ma lei ha preso tempo sulla ricandidat­ura: “Non escludo che si possa allargare l’orizzonte”. Cosa intendeva? Intendevo che prima dei nomi e dei partiti vengono le idee e le cose da fare per la città. Come amministra­zione abbiamo lavorato su alcune priorità, come la seconda linea della metropolit­ana, la mobilità sostenibil­e, l’ambiente, l’innovazion­e. E allora dico: chi ci sta a portare avanti questi temi? Dovrebbe chiederlo innanzitut­to al Pd, con cui governate l’Italia. Tanti dem, e anche diversi tra voi 5Stelle, ritengono che l’alleanza vada replicata a livello locale. Non è affatto detto che un’alleanza a livello nazionale vada riproposta anche nelle città. Il concetto va capovolto: bisogna chiedersi se c’è una comunità che crede in determinat­i temi e progetti. Noi abbiamo un modello di governo: per esempio, abbiamo recuperato ilMoi (l’ex villaggio olimpico, ndr), dove c’era la più grande occupazion­e d’Europa, senza l’uso della forza. Poi è anche complicato prevedere che quadro politico avremo tra un anno, anche se io auspico che questo esecutivo rimanga dov’è: sta lavorando bene. Il Pd torinese ha già fatto muro a un suo bis. Pretattica? Tutte le reazioni sono legittime. L’opposizion­e fa l’opposizion­e. Cancelland­o il doppio mandato per voi sindaci poi lo toglierann­o anche per i parlamenta­ri, non pensa? Su questo non mi esprimo, perché mi riguarda direttamen­te. Non posso che augurarmi che venga discusso in modo approfondi­to e poi votato sulla piattaform­a Rousseau dagli iscritti. Di certo siamo cambiati molto rispetto a dieci anni fa, quindi è giusto che il M5S si interroghi su cosa fare da grande e su quale forma avere. Alcuni temi che ponevamo ormai sono superati. Per esempio? Abbiamo vinto alcune battaglie e altre le abbiamo perse. Dobbiamo prenderne atto. Quindi sul Tav… Abbiamo perso, è evidente. Il presidente Conte ha fatto tutto quello che poteva fare, ma è andata com’è andata. Dopodiché abbiamo portato a casa una misura fondamenta­le come il Reddito di cittadinan­za. Negli Stati generali dovremo trovare una nuova identità, sempre nell’ottica di essere forza di governo. Da ago della bilancia equidistan­te da destra e sinistra come predica Luigi Di Maio, o puntando a governare sempre con il Pd? Governando con il Pd stiamo portando a casa alcuni dei nostri temi: abbiamo fatto bene a varare questo esecutivo. Lei potrebbe essere il nuovo capo politico del M5S? Il punto non è chi ricoprirà quel ruolo, ma il futuro del Movimento. Sono concentrat­a sulla mia città, e ho altro a cui pensare. Sul doppio mandato si deciderà in queste settimane? Non è il momento di discuterne, abbiamo altre urgenze. Andrà fatto dopo l’estate. Nel Nord il M5S è crollato, nelle urne e nei sondaggi. Magari perché imprese e tanti cittadini vi vedono come il partito dell’a s s istenziali­smo, non pensa? Ho sempre cercato di dialogare con certi mondi mantenendo i nostri princìpi. Dopodiché le cose vanno fatte senza pensare ai voti. Il Reddito di cittadinan­za ci ha fatto perdere consensi? Può essere, ma era giusto realizzarl­o. Neanche parlare di ambiente porta necessaria­mente voti, perché chiedi alla gente di cambiare abitudini. Ma se vuoi rimanere forza di governo devi concentrar­ti su ciò che va fatto: ragionare in base ai consensi è una logica da partito di opposizion­e. La Fca ha chiesto allo Stato di garantire gran parte dei 6,3 miliardi di prestito che ha chiesto alla banca. Lo trova giusto da parte di un’azienda che ha la sede fiscale fuori dell’Italia? C’è un tema che riguarda il

dumping fiscale in Europa, e l’esigenza di una fiscalità europea. Ma questa è un’altra vicenda. La Fca impiega tante persone in Italia e a Torino. Il prestito può permetterl­e di continuare a operare nel nostro Paese, garantendo piena occupazion­e come le ha chiesto il governo. Mi pare strumental­e porre il nodo della sede visto che lo si sapeva da anni.

Sul doppio mandato decideremo dopo l’estate. Io capo politico? Il punto non sono i nomi, e io ho altro a cui pensare

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FOTO LAPRESSE Prima cittadina La sindaca Chiara Appendino
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