Il Fatto Quotidiano

OK DEL GOVERNO, VIA IL 20 GIUGNO

- L. VEND.

Il calcio italiano ce l’ha fatta. Più o meno. Si torna a giocare il 20 giugno (la Coppa Italia già il 13) e – ci tiene il ministro Spadafora – le partite saranno in chiaro (è un suo cavallo di battaglia). Anche se non si sa bene come, perché bisogna decidere il calendario e soprattutt­o resta il problema della quarantena.

Intanto il pallone incassa il via libera dal governo, per cui ha brigato per tre mesi. Esulta il n.1 della Figc Gravina, brindano i presidenti del pallone, che adesso possono incassare i soldi dei diritti tv, unica vera ragione per cui il campionato va finito. Ma per cantare vittoria è ancora presto. Anche ieri il Comitato tecnico-scientific­o ha ribadito che i calciatori non avranno corsie preferenzi­ali: in caso di positività l’intera squadra dovrà andare in isolamento per due settimane (come ha appena rischiato il Bologna, ma il tampone è negativo). A queste condizioni, un solo infetto farà saltare tutto il calendario, a tappe forzate per concluders­i entro agosto. Infatti la Figc conserva nel cassetto il piano B dei playoff in caso di intoppi, e non può escludere nemmeno un nuovo stop, stavolta definitivo. A quel punto sarebbe stato meglio non ripartire mai. Se tutto andrà bene, Serie A e B ripartono il 20 giugno. Che si finisca davvero, però, è un’altra partita che inizia oggi.

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