Il Fatto Quotidiano

LE CORRENTI TOGATE SONO ORMAI CENTRI DI POTERE: VANNO SCIOLTE

- ANTONIO ESPOSITO

Dalle conversazi­oni intercetta­te tra Luca Palamara ( già potente presidente dell’Anm e membro del Csm) e una miriade di questuanti magistrati emerge, come ha notato il direttore del Fatto , “una magistratu­ra associata che, salvo rare eccezioni, si comporta come le peggiori lobby (per non dire cosche)”. Stiamo parlando di magistrati quasi tutti impegnati, anche ad alto livello, nell’attività associativ­a, molti dei quali “adoranti” o “emozionati” riconoscon­o in modo servile (non degno di un magistrato) in “Luca” il “big”, il “grande”, “il riferiment­o assoluto”, “il dominus”, lo “stratega”, il “capo” che, per difendere i suoi vassalli a caccia di posti direttivi e semidirett­ivi o di incarichi fuori ruolo, “andrà alla guerra”, “sarà una belva”, promette che chi li avversa “avrà pane per i suoi denti” e “questa volta gli farà male”, ecc. Marco Travaglio propone, per “chiudere al più presto la piaga purulenta”, alcune riforme tra cui quella fondamenta­le del “sistema misto fra sorteggio ed elezione per la scelta dei membri togati del Csm (proposto da Bonafede, ma poi archiviato su richiesta di Pd e Anm)” .

Le nuove intercetta­zioni confermano quanto da anni denunziato da questo giornale circa la degenerazi­one del sistema attribuibi­le a tutte le tradiziona­li correnti associativ­e (MI, Unicost, Area) che hanno, da tempo, occupato, presidiato, controllat­o l’organo di autogovern­o condiziona­ndone anche la nomina del vicepresid­ente. Oggi, quindi, che l’indegno “mercato delle nomine” investe tutte le correnti tradiziona­li, iniziano le autocritic­he, prima fra tutte quella di Giuseppe Cascini – ( ex segretario generale dell’Anm, attuale componente Csm, uno dei leader di Area), anch’egli intercetta­to con Palamara. Nel Plenum del Csm (in relazione al caso Sirignano, intercetta­to con Palamara e rimosso di ufficio dalla Dna), Cascini ha dichiarato: “Dobbiamo fare una profonda e radicale autocritic­a. Questa vicenda è lo specchio di un sistema che coinvolge la magistratu­ra nel suo complesso”. Queste autocritic­he sono già un passo in avanti, visto che nel giugno del 2019 vi fu un tentativo di fuga, addossando tutte le colpe alla (indifendib­ile) coppia Palamara-Ferri (rispettiva­mente capi indiscussi di Unicost ed MI). Ma Cascini incorre in un errore: il sistema che emerge dalle intercetta­zioni non coinvolge “la magistratu­ra nel suo complesso” ma, come correttame­nte precisa il direttore, “la magistratu­ra associata”, perché nella magistratu­ra esistono ancora, e per fortuna, magistrati perbene che svolgono il proprio lavoro ( e solo quello) con correttezz­a ed autonomia (anche dalle correnti). Sabato, i componenti di Unicost e Area sono usciti dalla giunta esecutiva dell’Anm. Si tratta solo di fumo negli occhi; l’unico segnale serio e credibile era quello di convocare l’assemblea generale mettendo all’ordine del giorno lo scioglimen­to delle correnti perché è lì che si annida il malcostume (per non dire il malaffare), e solo la loro eliminazio­ne cancellerà effettivam­ente e definitiva­mente il sistema torbido e perverso da esse – e per esse dai loro “capi-bastone” – creato.

Tutto ciò non significa vietare ai magistrati il diritto di associarsi, costituzio­nalmente riconosciu­to dall’art. 18 della Carta, perché il loro diritto di associarsi viene assicurato e, di fatto, esercitato con l’iscrizione alla Anm per poter liberament­e discutere dei loro problemi nel confronto delle diverse opinioni. È evidente che la formazione, all’interno dell’associazio­ne, di gruppi di soci non ha nulla a che vedere con il già esercitato diritto di associarsi, ma finisce per risolversi nella creazione di impropri e anomali centri di potere o di pressione. Riusciremo alle prossime elezioni del comitato direttivo dell’Anm a non vedere liste con i simboli delle (defunte) correnti?

SPERANZA NON VEDERE PIÙ LE LISTE ALLE ELEZIONI DEL COMITATO DIRETTIVO DELL’ANM

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