Il Fatto Quotidiano

Macron leader negli incentivi statali. E gli altri cosa fanno?

- » Marco Scafati

La Francia di Macron diventa portabandi­era dell'auto in Europa. Il piano del presidente francese prevede otto miliardi di euro di aiuti ad un comparto in sofferenza, avendo il mercato perso perso il 72% delle vendite a marzo e l'89% ad aprile. Un sostegno economico distribuit­o con intelligen­za. In primis, perché potranno usufruirne tre francesi su quattro. Poi perché, oltre a elettriche e ibride, è previsto un incentivo da 3.000 euro anche sui modelli benzina e diesel di ultima generazion­e. Ovvero il cuore del mercato: quei tanto bistrattat­i Euro 6d che le evidenze scientific­he hanno dimostrato avere un impatto ambientale molto basso, ma che continuano a scontare la demonizzaz­ione post-dieselgate. I soldi saranno disponibil­i dal 1° giugno, e serviranno anche per implementa­re una rete nazionale di 100 mila punti di ricarica per veicoli a batteria, nei prossimi anni. Ad inizio del mese prossimo anche la Germania presenterà il suo recovery plan per il settore automobili­stico: anche se il mercato tedesco ha sofferto meno degli altri, le sue aziende dipendono strettamen­te dalla catena di approvvigi­onamenti europea. E, si sa, a Berlino da sempre proteggono i loro interessi a quattro ruote. L'Italia, per ora, si è limitata al rifinanzia­mento degli incentivi già fissati per i veicoli a bassissime emissioni, ovvero elettriche e ibride plug-in. Non certo il bersaglio grosso, come hanno sottolinea­to le varie associazio­ni di categoria. La partita, però, non è chiusa: sul tavoli di trattativa rimangono ancora margini per correggere il tiro.

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