Macron leader negli incentivi statali. E gli altri cosa fanno?
La Francia di Macron diventa portabandiera dell'auto in Europa. Il piano del presidente francese prevede otto miliardi di euro di aiuti ad un comparto in sofferenza, avendo il mercato perso perso il 72% delle vendite a marzo e l'89% ad aprile. Un sostegno economico distribuito con intelligenza. In primis, perché potranno usufruirne tre francesi su quattro. Poi perché, oltre a elettriche e ibride, è previsto un incentivo da 3.000 euro anche sui modelli benzina e diesel di ultima generazione. Ovvero il cuore del mercato: quei tanto bistrattati Euro 6d che le evidenze scientifiche hanno dimostrato avere un impatto ambientale molto basso, ma che continuano a scontare la demonizzazione post-dieselgate. I soldi saranno disponibili dal 1° giugno, e serviranno anche per implementare una rete nazionale di 100 mila punti di ricarica per veicoli a batteria, nei prossimi anni. Ad inizio del mese prossimo anche la Germania presenterà il suo recovery plan per il settore automobilistico: anche se il mercato tedesco ha sofferto meno degli altri, le sue aziende dipendono strettamente dalla catena di approvvigionamenti europea. E, si sa, a Berlino da sempre proteggono i loro interessi a quattro ruote. L'Italia, per ora, si è limitata al rifinanziamento degli incentivi già fissati per i veicoli a bassissime emissioni, ovvero elettriche e ibride plug-in. Non certo il bersaglio grosso, come hanno sottolineato le varie associazioni di categoria. La partita, però, non è chiusa: sul tavoli di trattativa rimangono ancora margini per correggere il tiro.