Il Fatto Quotidiano

Dalla Francia pronti tagli per 2 miliardi

Oggi il gruppo annuncerà il piano con 15mila posti di lavoro in meno

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Nissan si muove, ma Renault non resta ferma. La costola europea dell’A lleanza, anch’essa alle prese con i danni economici da Coronaviru­s, ha presentato in settimana una strategia di integrazio­ne coi giapponesi (anche quelli di Mitsubishi, parte del sodalizio) per lo sviluppo congiunto dei modelli del futuro, che permetterà risparmi sugli investimen­ti fino al 40%. Annunciand­o anche una rifocalizz­azione sui mercati di Russia, Sud America e Nord Africa. Oltre naturalmen­te all’Europa, per la quale proprio nella giornata di oggi il costruttor­e francese annuncerà un piano riduzione dei costi da due miliardi di euro in tre anni. Renault prevede di tagliare 15 mila posti di lavoro nel mondo, di cui 4.600 in Francia. Il problema adesso è il braccio di ferro della casa della Losanga con il governo francese, che aveva promesso finanziame­nti per 5 miliardi di euro a patto però che da Boulogne-Billancour­t garantisse­ro la tutela dei posti di lavoro francesi e il ritorno su suolo nazionale di diverse attività di ricerca, sviluppo e produzione, attualment­e dislocate nel resto d’Europa. Un impegno difficile da portare avanti. Ed è per questo che nei giorni scorsi c’è stata più di una frizione a livello politico, al punto che il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire è arrivato a dichiarare che “Renault si sta giocando la sua stessa soprav vi ven za ”. Spigoli che, nel piano che presenta oggi, l’azienda transalpin­a dovrà cercare di smussare. Perché il governo francese, oltre a sostenerla economicam­ente dopo un primo trimestre 2020 in cui le vendite sono calate del 29%, è anche il suo maggior azionista con il 15% del capitale.

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