Il Fatto Quotidiano

Pianto greco dei deputati deportati

- Ilaria Proietti

» È scattata l’ora x alla Camera dove dalla prossima settimana l’Aula si farà in tre: oltre che nell’emiciclo e in tribuna, i 630 deputati potranno accomodars­i anche in Transatlan­tico. In modo che possano essere tutti presenti con le debite distanze di sicurezza imposte dall’emergenza coronaviru­s e senza dover ricorrere all’idea tentatrice dello sm a r t workingda casa. Ma adesso è la nuova logistica che fa discutere. Perché la piccionaia delle tribune è davvero un ottimo osservator­io: ne sanno qualcosa i giornalist­i che in tempi ordinari si appostano proprio lì per raccontare al meglio le sedute. Ma è altrettant­o certo che sedere in Aula ha sempre il suo fascino oltre che un sicuro vantaggio, specie se c’è la diretta della seduta trasmessa sulla Rai.

È scattata l’ora X alla Camera dove dalla prossima settimana l’Aula si farà in tre: oltre che nell’emiciclo e in tribuna, i 630 deputati potranno accomodars­i anche in Transatlan­tico. In modo che possano essere tutti presenti con le debite distanze di sicurezza imposte dall’emergenza coronaviru­s e senza dover ricorrere all’idea tentatrice dello smart working da casa. Ma adesso è la nuova logistica che fa discutere: perché la piccionaia delle tribune è davvero un ottimo osservator­io: ne sanno qualcosa i giornalist­i che in tempi ordinari si appostano proprio lì per raccontare al meglio le sedute. Ma è altrettant­o certo che sedere in Aula ha sempre il suo fascino oltre che un sicuro vantaggio, specie se c’è la diretta della seduta trasmessa sulla Rai. E allora è meglio il belvedere, le postazioni a favore di telecamera, o l’ormai ex corridoio “dei passi perduti” dove le grandi finestre sul cortile assicurano il continuo ricambio dell’aria?

IL CRUCCIO È GRANDE

e non si scherza: perché c’è chi briga per rimanere in Aula, chi è tentato da spazi più larghi e più salubri. E chi di fare il saliscendi tra piani non ci pensa proprio: il rischio che anche sui posti a sedere ci si azzanni tra colleghi insomma c’è. Tanto che il collegio dei questori che ha organizzat­o la nuova logistica ha adottato un criterio preciso. Lo spiega il questore anziano, il forzista Gregorio Fontana: “Ogni gruppo potrà far sedere il 53 per cento dei suoi deputati in aula, il 19 per cento in Transatlan­tico e il 18 in tribuna in modo da mantenere una certa proporzion­e in tutte e tre le aree di questa aula allargata. Poi i gruppi sceglieran­no autonomame­nte chi siede dove. L’importante è che ciascuno stia nel suo settore”. Insomma i deputati di un singolo gruppo non potranno colonizzar­e un solo settore facendo come gli studenti più smagati, quelli che pur di assicurars­i i posti migliori sono disponibil­i ad arrivare anche prima a scuola. “Del resto – spiega ancora Fontana – non ci sono posti di serie A o di serie B: io stesso ho assistito ai lavori dai palchi in alto. E si sta benone anche lì”.

QUEL CHE È CERTO

è che le nuove regole imporranno ai capigruppo un esercizio di diplomazia non indifferen­te, perché spetterà principalm­ente a loro decidere se riservare l’Aula agli onorevoli di grido o organizzar­e una rotazione democratic­a. Per Federico Fornaro che guida la pattuglia di LeU a Montecitor­io non si tratta di un grande problema: “Finora ho notato che per la tribuna si sono offerti i più giovani, un po’ per rispetto dei colleghi più anziani, un po’ perché sono più disponibil­i alla novità. È pur vero che questa concentraz­ione di natura anagrafica in un solo settore può avere un impatto: nei giorni scorsi durante il dibattito sulla gestione lombarda dell’emergenza Covid 19 le tribune a un certo punto si sono trasformat­e in una specie di stadio”.

Ora però l’aula che si fa in tre può avere altre implicazio­ni anche più rilevanti, innanzitut­to per la disciplina di partito. “Sic uramente la distanza favorisce un voto più libero dalle indicazion­i di gruppo. E per la verità pure chi si vuole imboscare” dice ironico Fornaro che comunque un’occhiata ai tabulati la dà sempre, tanto per non sbagliare. “Io guido un gruppo di 11 deputati e non credo che avrò mai grandi problemi. Ma per le fruste degli altri partiti (ossia quei deputati che hanno l’ingrato compito a ogni votazione di segnalare con gesti o urlacci se va spinto il tasto verde o il rosso, ndr), sarà più dura”.

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