Il Fatto Quotidiano

Pressing di Bucci e Toti per i favori agli amici di Rixi

- Giuseppe Sammartino

“Mi è stato chiesto di fare delle cose incompatib­ili con la mia coscienza. E anche con la legge. Comandati dalla Lega, che sta egemonizza­ndo ogni settore, con strategie clientelar­i. Quelle contro cui in teoria dovremmo combattere. Ho sbagliato ad assumere questo ruolo”. Così Elisa Serafini, ex assessore alla Cultura del Comune diGenova – nella giunta guidata da Marco Bucci, la prima di centrodest­ra dal Dopoguerra – scrive al presidente di Regione Giovanni Toti, per spiegare le sue dimissioni, nel luglio 2018. Questi e altri messaggi sono finiti nell’inchiesta aperta dalla Procura di Genova. Il pm Francesco Cardona Albini ipotizza il reato di abuso d’ufficio, per ora contro ignoti, perle pressioni denunciate da Serafini in un dettagliat­o esposto–su consiglio di unf amos owhistlebl­ower, Andrea Franzoso, che denunciò gli scandali di Ferrovie Nord – per il finanziame­nto di una mostra sulla storia dell’acciaieria Ilva. Iinchiesta che preoccupa i due poteri della città, saldamente nelle mani del centrodest­ra: il sindaco Bucci e il governator­e Toti, in corsa per la rielezione.

IL PRESSING

per organizzar­e la mostra, scrive Serafini agli inquirenti, inizia col suo insediamen­to, nel 2017. Il progetto viene presentato da Paola Santini e Flavio di Muro, assistenti di Rixi, allora assessore regionale allo Sviluppo economico. La prima proposta è un libro fotografic­o da 50mila euro sull’Ilva. La maggior parte dei costi (15mila euro), sarebbero andati in consulenza alla curatrice dell’evento,ChiaraM astro lilli De Angelis, nel 2017 trai candidati non eletti con la lista civica “Vince Genova” a sostegno di Bucci. Serafini trova il libro insolitame­nte caro e rifiuta. Seguono altre due proposte: un progetto per lezioni in acciaieria alle scuole (costo, 4mila euro cadauna) e una mostra già realizzata in altre città da 30mila euro, soglia sotto la quale, sottolinea Serafini, si possono dare affidament­i diretti. Secondo lari costruzion­e della giovane, è il sindaco Buccia mettere le cose in chiaro, durante una riunione di giunta: “Ma ce l’hai un cervello?”. “Non avrò un cervello ma almeno ho una coscienza”, la risposta, “e io marchette alla Lega non ne faccio”. Pochi giorni dopo, il 20 luglio 2018, l’assessore 28enne rassegna le dimissioni. E riferisce ai magistrati di un ultimo drammatico colloquio: “Bucci mi spiegò che era consapevol­e che l’erogazione del fondo non fosse legittima, che era una porcata. Mi disse anche: ‘Capisco che ricevere un avviso di garanzia a 30 anni non è il massimo. Io ne ho 60 e ho meno da perdere. Se non facciamo questa cosa saltiamo tutti, Elisa’”.

Fra il 19 e il 20 luglio Serafini scrive due messaggi a Toti, per spiegargli la situazione. La risposta è “un flusso di messaggi”, tutti agli atti dell’inchiesta. “Era furioso – racconta Serafini – e mi scrisse che ‘per fare del bene bisogna saper coltivare anche il male’ e che ‘per fare le rivoluzion­i bisogna fare compromess­i’”. La mostra verrà approvata un mese dopo. Sulla delibera non c’è la firma del sindaco, in quel momento in vacanza.

“NON TI POTRAI

più ricandidar­e a niente, mi fu detto. Né alle Europee, né alle Regionali. Ma ho considerat­o le mie dimissioni – spiega Serafini – un modo per dire a persone del mio territorio che non siamo costretti ad accettare cose sbagliate. Anche se lo fanno tutti ed è normale, dare fondi a persone che non sono legittimat­e ad averli, è sbagliato”. Agli atti c’è anche una misteriosa telefonata arrivata il giorno delle dimissioni dal ministero dello Sviluppo economico, in pieno governo gialloverd­e: “Volevano sapere se mi fossi dimessa e chi rispondeva delle azioni civili e penali. La cosa mi spaventò molto. Del tipo ‘ Cara Elisa, sappiamo che hai dato le dimissioni, magari non hai il controllo degli uffici, ma sei ancora penalmente perseguibi­le. Forse è meglio se te ne vai’”.

“Non ho smesso di occuparmi di politica – racconta Elisa – Oggi penso che non siano importanti solo le ideologie, ma anche il metodo. Ci sono centinaia di migliaia di euro che ogni Comune eroga e che i cittadini non sono in grado di controllar­e. E l’Italia ha un disperato bisogno di trasparenz­a”. Ecco perché ha deciso di caricare tutto in un sito di leaks.

IL SINDACO “CAPISCO, UN AVVISO DI GARANZIA A 30 ANNI... MA QUI SALTIAMO TUTTI”

 ?? FOTO ANSA ?? C’eravamo tanto amati Luglio 2018: il sindaco Bucci, l’assessore regionale Ilaria Cavo, l’assessore Paola Bordilli ed Elisa Serafini che da lì a poco rassegnerà le dimissioni
FOTO ANSA C’eravamo tanto amati Luglio 2018: il sindaco Bucci, l’assessore regionale Ilaria Cavo, l’assessore Paola Bordilli ed Elisa Serafini che da lì a poco rassegnerà le dimissioni

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