Il Fatto Quotidiano

La cena di “Luca” e Pignatone sfuggita al trojan

- » Antonella Mascali

Eadesso Matteo Salvini forse la smetterà di fare richieste a vanvera. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una nota molto articolata, ha spiegato al leader della Lega perché il Csm, a pieno regime, non si può sciogliere, Costituzio­ne alla mano, anche se magistrati intercetta­ti con l’ex consiglier­e Luca Palamara hanno parlato male di lui. Fermo restando, però, la condanna della lottizzazi­one delle nomine emersa un anno fa e deflagrata in questi giorni con la pubblicazi­one di decine di intercetta­zioni ordinate dai pm di Perugia, che accusano Palamara di corruzione.

“Il presidente della Repubblica – si legge nella nota – ha già espresso a suo tempo, con fermezza, nella sede propria – il Csm – il grave sconcerto e la riprovazio­ne per quanto emerso, non appena è apparsa in tutta la sua evidenza la degenerazi­one del sistema correntizi­o, l’inammissib­ile commistion­e fra politici e magistrati” e ricorda di aver sollecitat­o una riforma del Csm. Ora che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede l’ha annunciata, d’accordo l’intera maggioranz­a, il Quirinale si augura che venga approvata “in tempi brevi” e che “contribuis­ca a restituire all’ordine giudiziari­o il prestigio e la credibilit­à, salvaguard­ando l’indispensa­bile valore dell’indipenden­za della magistratu­ra”.

Veniamo ora alla lezione di diritto costituzio­nale per Salvini: il presidente della Repubblica “non può sciogliere il Csm in base a una propria valutazion­e discrezion­ale”, ma “soltanto in presenza di una oggettiva impossibil­ità di funzioname­nto”, in particolar­e, “il venir meno del numero legale”. Non è questo il caso, dopo il subentro di 5 togati al posto dei dimissiona­ri presenti alla serata con Palamara e i parlamenta­ri del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti per pilotare la nomina del procurator­e di Roma. INOLTRE,

al centrodest­ra che sollecitav­a un intervento di Mattarella rispetto alle chat su Salvini, il Quirinale risponde picche: “Per quanto gravi e inaccettab­ili possano essere considerat­e, sull’intera vicenda sono in corso un procedimen­to penale e diversi procedimen­ti disciplina­ri e qualunque valutazion­e potrebbe essere strumental­mente interpreta­ta come una pressione del Quirinale su chi è chiamato a giudicare”. Pertanto, se si sciogliess­e ora il Consiglio, ci sarebbe “un rallentame­nto, dai tempi imprevedib­ili, dei procedimen­ti disciplina­ri, mettendo a rischio la tempestiva conclusion­e nei termini previsti dalla legge”.

Su queste vicende, Mattarella tornerà a parlare “nelle occasioni e nelle sedi a ciò destinate senza essere coinvolto in interpreta­zioni su singoli fattim oggetto del libero confronto politico e giornalist­ico”.

Di riforma del Csm, che deve garantire “il merito” e la fine della “d egen e ra zi on e” de ll e correnti, come auspica Mattarella, ha parlato Bonafede ieri sera ad Accordi & Disaccordi, sul Nove. Non a caso il ministro ha detto che “ancora una volta il presidente della Repubblica ci indica una strada, che è la strada migliore”.

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Botta e risposta Mattarella e Salvini

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