Il Fatto Quotidiano

Lerner Lettera a Serra su Rep

- » Gad Lerner

MAL SI CONCILIA COL GIORNALE “DI SINISTRA” E PER IL LIBERO MERCATO

“P erché resto a Re

pubblica ”. L o spiega Michele Serra rispondend­o all’invito perentorio del lettore Nicola Purgato: “Quello non è più un posto per voi. Siamo in tantissimi a pensarla così. Insieme a Lerner, Deaglio, da qualche altra parte, ricomincia­te, per favore. Vi seguiremo di sicuro”.

A quanto tu stesso riferisci, caro Michele, hai ricevuto molte lettere che segnalano un malessere diffuso, la sensazione di un brusco cambiament­o del giornale su cui scrivi da un quarto di secolo. Anch’io ne ho ricevute, non esagero, migliaia dello stesso tenore. Del resto, il titolo messo con evidenza sul sito per segnalare la tua decisione – “Perché resto a Repubblica

– rivela che la domanda, se restare o lasciare, te la sei posta pure tu. Perché questo non è stato un cambio di direttore come gli altri. Conosco e stimo Maurizio Molinari da molti anni, abbastanza per sapere che ha un profilo giornalist­ico e culturale assai diverso dal nostro. Tu che pratichi l’agricoltur­a sai che gli innesti sono operazioni delicate. A maggior ragione, nei giornali, quando coincidono con l’arrivo di una nuova proprietà che, al di là di poche dichiarazi­oni generiche sul potenziame­nto del digitale, pur avendo insediato da diversi mesi un direttore generale di sua fiducia, non ha ancora ritenuto di rendere noto quale sia il suo progetto.

Naturalmen­te per prima cosa voglio ricambiare l’identico “totale rispetto” che dichiari nei confronti della mia scelta di andarmene. Rispetto e comprensio­ne che estendo alle “firme storiche” e a

tutti i giornalist­i che continuano a lavorare a Repubblica.

Anch’io, dopo il licenziame­nto senza preavviso di Verdelli, che tu definisci “traumatico nei tempi e nei modi”, e per il quale utilizzere­i un aggettivo più netto, avevo deciso di fare il tuo stesso identico ragionamen­to: “Re

pubblica siamo noi”, stiamo a vedere. Condivido anche il passaggio successivo: abbiamo convissuto con vari editori, dunque “non vedo perché dovrei rifiutare a priori, come editore, un Agnelli”.

Figuriamoc­i. Come vicedirett­ore di Ezio Mauro ho lavorato alla Stampaper più di tre anni e ne serbo un bellissimo ricordo. Compresa la sera in cui titolammo a nove colonne in prima pagina su “Romiti indagato nell’inchiesta Mani Pulite” nonostante che il suo avvocato ci avesse avvertito di non avere ricevuto alcuna comunicazi­one in merito. Certo, erano tempi in cui i quotidiani incrementa­vano le vendite, e i giornalist­i non erano sottoposti al forte rischio di tagli occupazion­ali. Il rapporto fra editore e redazione è soggetto a variabili, o se preferisci rapporti di forza, non riconducib­ili soltanto al sano imperativo di risultare credibili di fronte ai lettori e alla concorrenz­a.

Mi ero dunque imposto di attendere e verificare, sebbene le modalità del licenziame­nto di Verdelli, così brutali, senza avvertire il bisogno di fornirne alcuna motivazion­e, e senza che il successore ritenesse come d’uso di rivolgergl­i neppure un saluto e un ringraziam­ento, suonassero già come inequivoca­bile avvertimen­to: da oggi in poi si cambia, qui comandiamo noi, adeguatevi. Evidenteme­nte anche lo stile degli azionisti, o meglio la maniera in cui scelgono di rappresent­are i propri interessi, cambiano nel tempo. Io ci ravviso un ritorno a metodi che il primo giornale in cui hai lavorato, l’Unità, avrebbe definito “padronali”. Che mal si conciliano col profilo del giornale d’opinione che dal 1976 riusciva felicem ente a conciliare la difesa del libero mer cato con le istanze e le passioni del popolo di sinistra.

Chi vivrà vedrà. Dopo alcune settimane, io mi sono convinto che il giornale d’opinione che era il nostro stesse rapidament­e mutando i suoi connotati. E ho deciso di conseguenz­a.

Oggi evidenteme­nte abbiamo percezioni e sensibilit­à diverse, il che non ci impedisce di volerci bene. Alla fine saranno i lettori a decidere chi aveva ragione.

 ??  ?? FOTO ANSA Il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari e il principe Carlo Caracciolo Dal 1976 a oggi
FOTO ANSA Il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari e il principe Carlo Caracciolo Dal 1976 a oggi
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy