Difetti di trojan: non esiste traccia di una cena Pignatone-Palamara
LE INDICAZIONI DELLA PROCURA ERANO DI SPEGNERE TUTTO SOLO SE INCONTRAVA PARLAMENTARI
Sottoposta all’incrocio di circa tremila chat, migliaia di intercettazioni telefoniche e persino di un trojan, che ha trasformato il suo telefono in una microspia potenzialmente attiva h24, la vita di Luca Palamara è un puzzle dove ogni minuto rappresenta una tessera da incastrare. A patto di trovarla.
All’indomani della notte tra l’8 e il 9 maggio, dopo aver scoperto che il trojan ha intercettato i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri, la procura di Roma scrive al Gico della Guardia di Finanza di ricordare la regola: se emerge che Palamara “sia prossimo a incontrare un parlamentare, se per esempio prende un appuntamento direttamente, o conversando con un terzo emerge con certezza la presenza di un parlamentare, sarà vostra cura NON (il maiuscolo è testuale, ndr) attivare il microfono, perché non sarebbe più un’intercettazione indire tta”. E quindi non sarebbe consentita. Non fu quello il caso, poiché è allegata agli atti. C’è però una cena che nessun trojan ha intercettato.
È quella dello stesso 9 maggio 2019 in cui Palamara e con il suo procuratore capo, Giuseppe Pignatone, che è appena andato in pensione e fu dedicata al suo commiato dalla procura. Ve n’è traccia ovunque, a spulciare le carte dell’inchiesta, ma alla fine, bisogna dedurne, poiché Pignatone non ha particolari guarentigie, il trojan non deve aver funzionato.
La prima traccia è del 4 maggio 2019 alle ore 17.20. “Mi ha appena chiamato Pi. Gio o ven a cena con loro. Adesso ti chiama”. A scrivere questo messaggio è Alessandro Casali, presidente e amministratore delegato del Gruppo Meet, azienda che si occupa di comunicazione. A riceverlo, rispondendo “ok”, è invece Luca Palamara, il pm romano, ex presidente dell’Anm e consigliere del Csm, intercettato un anno fa mentre brigava per gestire la nomina del procuratore di Roma. Il resto è semplice da decifrare: “Pi” sta per Giuseppe Pignatone e tra venerdì e giovedì era stata organizzata una cena.
Il giorno dopo, alle 17.32, il Gico della Guardia di Finanza – che è quello di Roma e utilizzava le strutture della procura capitolina – intercetta Palamara mentre parla con sua moglie, Giovanna Remigi. La donna gli dice di aver ricevuto un “invito da Piera, i cui presenti saranno anche Paola Roia e Alessandro”. Paola Roia è Presidente dell ’ottava sezione del tribunale di Roma. L’appuntamento è al ristorante “Mamma Angelina per venerdì”, annota il Gico, “ma Palamara le dice di comunicarle che lui non ci sarà, perché starà a Castelvetrano”. I due “concordano di chiamare Piera e avvisarla”.
Ulteriore traccia della cena con il procuratore Pignatone arriva alle alle 15.54 del 9 maggio. Il trojan, almeno fino a quell’ora, è perfettamente funzionante e intercetta Palamara mentre parla con un’altra donna alla quale è molto legato, Daniela Attisani. Le riferisce che ha una cena alla quale dovrebbe partecipare anche Michele Prestipino, oggi procuratore capo di Roma, all’epoca procuratore aggiunto. In realtà, Prestipino, a quella cena non parteciperà. Dalle 16 circa del 9 maggio non si trova più alcuna traccia di conversazioni captate dal trojan fino al giorno successivo.
L’ultima traccia avviene attraverso un’intercettazione telefonica. Alle 18.08 del 9 maggio, Palamara, che al ristorante Mamma Angelina è di casa, chiama il proprietario, Andrea, per chiedergli l’o rario della prenotazione. Andrea gli risponde di sapere soltanto che la prenotazione è per 8 persone. E qui si aggiunge una nota di colore per i tifosi di calcio, in particolare i laziali. Quando Andrea gli comunica che a un altro tavolo siederà Stefano Palazzi, ex procuratore federale della Federazione italiana gioco calcio, Palamara gli dà una dritta sui biancocelesti: “Oh – gli dice – mi sa che te lo manda via Inzaghino”. Il riferimento a Simone Inzaghi è chiaro. E Palamara parla spesso con Claudio Lotito, patron della Lazio. Le notizie finiscono qui. Con questa nota di colore. Siamo certi che nulla di penalmente rilevante, tantomeno imbarazzante, sarebbe emerso dalle loro conversazioni in una cena di commiato tra amici. Ma il trojan di Palamara, che ha intercettato magistrati di ogni ordine e grado, quella sera fece cilecca.
QUELLA SERA IL MALWARE NON FUNZIONA