“Limiti agli editori impuri e stop ai dividendi per Fca”
EMANUELE FELICE (PD) “Niente sudditanza ai grandi gruppi: prestiti garantiti solo in cambio di condizioni precise. Elkann? Si deve possedere solo un giornale...”
Iprestiti garantiti dallo Stato a Fiat-Chrysler e Atlantia devono avere precise condizionalità e servire per “avviare una politica industriale diversa dal passato”. Insomma, basta essere subalterni alle grandi imprese. Emanuele Felice, economista, 43 anni, da due mesi è il responsabile economico del Pd e negli ultimi giorni ha avuto molto lavoro da fare. Felice, adesso si apre la trattativa con il governo per la garanzia a Fca. Sì, come hanno detto il premier Conte e il ministro Gualtieri, non è un privilegio che stiamo dando a Fca, ma non possono nemmeno pensare che la garanzia sia senza condizioni. Quali? Il problema di Fca è che fra meno di un anno si fonde con i francesi di Psa, la direzione operativa del gruppo sarà in Francia, e Macron ha già chiesto che le auto elettriche si facciano lì. Fca ha in programma di fare la Cinquecento elettrica a Torino, ma a quel punto l’auto elettrica da noi si fa o no? Questa è la domanda: dobbiamo imporre le condizioni perché investano in Italia. È giusto prevedere lo stop ai dividendi? Fca ne ha uno in programma da 5,5 miliardi... Per un anno sicuramente, ma andrebbero bloccati per tutta la durata del prestito. Il punto però è vincolare Fca a mantenere la produzione in Italia e a fare gli investimenti, anche dopo la fusione con i francesi. Questione Autostrade: i Benetton minacciano di non rispettare gli impegni senza la garanzia statale su un prestito da 1,2 miliardi. I Benetton si sono impegnati a fare degli investimenti, e oltretutto hanno responsabilità molto gravi. Come per Fca, la garanzia va data a condizioni chiare e stringenti e non è pensabile concederla se c’è un contenzioso aperto con lo Stato o se Atlantia continua a minacciare o ricattare. Detto questo mi sembra che ora, grazie al lavoro del ministro De Micheli, si stia arrivando a una soluzione: con ogni probabilità non ci sarà la revoca della concessione, ma imporremo garanzie su investimenti e tariffe più basse. Se non ci stanno, lo Stato entrerà nel capitale e garantirà un servizio migliore. In entrambi i casi, il governo e il Pd non rischiano di doversi piegare alle imposizioni delle due aziende? La musica è cambiata. Noi siamo il più grande partito di sinistra, non possiamo essere subalterni agli interessi di questo o quell’industriale perché abbiamo una visione più ampia e l’obiettivo di fare uscire l’Italia da un declino ventennale. Non possiamo distribuire soldi a pioggia a chiunque, senza condizioni. Noi facciamo gli interessi del Paese. Fca vuole le garanzie? Deve impegnarsi. Proprio su Fca avete ricevuto dure critiche dai giornali della famiglia Elkann. Come rispondete? Appunto, è un caso emblematico. Per me la questione dei giornali controllati dagli editori spuri è un problema per l’economia e la democrazia. Serve una legge sul conflitto d’interessi, come ha proposto il ministro Provenzano. In cosa consiste? Un’ipotesi è quella di impedire a un editore spurio di avere più di un giornale nazionale. Così garantiamo il pluralismo dell’informazione, la democrazia liberale. Ci siamo stracciati le vesti per i conflitti di interessi di Berlusconi, ma bisogna anche prevenirli al di là di questo o quell’episodio. Quindi Elkann dovrebbe scegliere tra Stampa e Repubblica? Sì, ma vale per tutti. Che cosa vuol dire il Re
covery Fund per il futuro dell’Europa? È una svolta storica. L’Europa uscirà più forte e unita, se passerà la proposta della Commissione porremo le basi di un’unione fiscale. Gli eurobond erano ritenuti impossibili: abbiamo lottato con un fronte di Paesi e alla fine anche Berlino ci ha dato ragione. Sul Mes siete spaccati: voi lo volete, il M5S no. Il Mes è senza condizioni e a tassi di interesse molto bassi, ma il problema è che se lo chiediamo solo noi si può creare un “effetto stigma” sui mercati che può far salire il tasso sul resto del nostro debito. Così è difficile dire se ci guadagniamo. Di certo se passa il Recovery Fund e c’è fiducia su un’Italia saldamente nell’euro, anche l’effetto stigma sul Mes svanisce.
Serve una legge sul conflitto d’interessi Il Mes? C’è il rischio stigma sui mercati se lo chiediamo solo noi