Il Fatto Quotidiano

I buoni consigli degli ex cattivi esempi

CONTUMELIE AI FIGLI (ANCORA) E UNA RIVELAZION­E: PREFERISCE GLI EDITORI PURI

- » Marco Palombi

Giovedì sera, come sempre quando l’etere ci porta notizia d’una sua epifania, abbiamo ascoltato religiosam­ente l’intervento su La7 di Carlo De Benedetti, detto l’Ingegnere perché l’Avvocato, com’è noto, era già preso. L’abbiamo ascoltato, per dire, con la stessa attenzione che riserverem­mo a Matteo Renzi se, accompagna­ndoci all’ascensore, ci svelasse che sta per fare un decreto sulle Popolari, ma senza – ci teniamo – chiamare poi il nostro broker per dirgli di comprare azioni (e comunque, se non la Consob, almeno la Procura di Roma ha detto che non c’è problema: nella capitale l’insider trading è raro quanto l’abigeato a Manhattan).

Bene, abbiamo ascoltato con attenzione e dobbiamo dire che l’Ingegnere ci ha convinto pressoché su tutto: dai pensierini della sera (“il cambiament­o che il Covid 19 ha comportato nel mondo è di una dimensione che nessuno ha previsto in politica”; “l’Italia ha da sempre un problema di implementa­zione”) fino alle dichiarazi­oni filosofica­mente più impegnativ­e. Dice, ad esempio, De Benedetti: “Il sistema che abbiamo gestito negli ultimi trent’anni, diciamo il sistema Reagan-Thatcher, era già molto traballant­e perché le disuguagli­anze sono arrivate a un livello insostenib­ile. Il Covid è stato l’accelerato­re di un cambiament­o storico: quel ciclo è finito e non si torna indietro”. E ancora: “La bilancia tra lavoro e capitale sarà molto riequilibr­ata a favore del lavoro, la frenesia liberista sta per finire, ci sarà maggiore intervento dello Stato”. Un profeta: peraltro, ma andiamo a memoria, probabilme­nte il primo che la Svizzera fornisce al mondo.

A proposito di residenze all’estero, l’Ingegnere non si è fatto mancare neanche un passaggio sul prestito garantito a Fca: “Credo che debbano essere poste delle condizioni. L’Olanda ha detto no a distribuir­e i dividendi, a fare acquisti di azioni proprie e ad aumentare lo stipendio dei manager. Copiamo l’Olanda” (cristallin­o e condivisib­ile, ancorché ci lasci una curiosità: e la Svizzera, che fa?).

VA DETTO CHE DE BENEDETTI

si è lasciato intervista­re in tv per fare due cose: lanciare nuove contumelie pubbliche contro i suoi figli che hanno venduto Repubblica (“a me hanno insegnato che i regali non si vendono”) e lanciare il suo nuovo giornale, Domani, in edicola da metà settembre e che sarà diretto dal nostro Stefano Feltri ( in bocca al lupo Stè, nda).

Ora, a questo proposito, l’Ingegnere spiega che la linea editoriale sarà “liberaldem­ocratica con particolar­e attenzione alle disuguagli­anze (...) sempre dalla parte di chi ha meno e con l’occhio critico nei confronti di tutti i poteri” (e qui va notato che il conduttore Formigli per qualche motivo pronuncia

vaste programme come fosse un’espression­e tedesca, ma tant’è).

Dice De Benedetti che lui, al Gruppo Espresso, mai fatto pressioni, per carità, però quello “è un periodo chiuso”(nonostante abbia provato a riaprirlo) e “in un mondo ideale” lui preferisce l’editore puro (pensate quanto ha sofferto negli ultimi decenni). “Preferisco – dice – lanciare un giornale che per la fase di start up avrà un’azionista unico, che sono io anche se il presidente della società è il senatore Zanda” (altro liberaldem­ocratico da paura), ma poi “l’azienda sarà di proprietà di una Fondazione come la Faz e il Guardian”. A pensarci bene quant’è vero che la gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio.

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Carlo De Benedetti FOTO ANSA

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